Antimaka s.f.: nome immaginario composto da anti (contro) e mache (battaglia). Evoca una figura mitologica che ripudia la guerra, lottando per la pace e la giustizia.

Consigli di lettura

L'Europa tra guerra, difesa comune e crisi sociale: un bivio storico

L’Europa - scrive Massimo Cacciari su La Stampa - si trova ad affrontare il ritorno della guerra sul suo territorio, con il conflitto in Ucraina che rischia di degenerare in una guerra totale. La difesa comune, mai realizzata, diventa ora una necessità, ma senza una vera unione politica rischia di essere inefficace. L’aumento della spesa militare mina il welfare e i diritti sociali, mentre la guerra rafforza politiche autoritarie. Senza un'iniziativa diplomatica per la pace, il futuro dell’Europa appare segnato da instabilità e declino economico.

Il coraggio di disertare e il mito della guerra

L’articolo riflette sulla contrapposizione tra la cieca obbedienza militare e il coraggio della diserzione. Prendendo spunto da Tolstoj e da monumenti ai disertori in Germania, Tomaso Montanari sul Fatto Quotidiano evidenzia come il rifiuto della guerra sia un atto di eroismo poco celebrato. Il dibattito attuale in Italia sembra invece esaltare la guerra, come dimostrano le posizioni di Scurati, Fubini e Galli della Loggia. Tuttavia, la tradizione occidentale contiene anche una forte voce contro la guerra, da Omero a don Milani, indicando la disobbedienza come valore fondante per il futuro. La vera eredità occidentale, quella che potrebbe garantire un futuro, non sta nella celebrazione della guerra, ma nel coraggio di rifiutarla.

La Sinistra di fronte alla nuova era: pace, riarmo e democrazia

La destra, incarnata da Trump - scrive Ezio Mauro su Repubblica - ridefinisce la realtà attraverso l'ideologia e il potere verticale, minacciando la democrazia e riscrivendo l'ordine globale. La sinistra, invece, deve costruire una controcultura capace di contrastare questa visione, difendendo pace, giustizia e libertà. La sfida odierna impone all'Europa di rafforzarsi militarmente per proteggere i suoi valori democratici. Il riarmo, in questo contesto, non è una contraddizione con la pace, ma una necessità per garantirla e preservare il futuro della democrazia occidentale.

Gaza oltre il territorio: visioni geopolitiche tra ironia e proposte concrete

Lucio Caracciolo - in un commento su Repubblica - esplora il modo in cui gli Stati Uniti tendono a trattare le crisi geopolitiche con un approccio pragmatico e transattivo, spesso ignorando la complessità storica e culturale delle regioni coinvolte. Partendo da una satira televisiva del 1975, riflette sulla proposta di Donald Trump di inviare truppe americane a Gaza. L'autore discute anche la possibilità di un'iniziativa europea per accogliere temporaneamente rifugiati palestinesi, evidenziando l’inerzia dell’UE nel contesto del conflitto israelo-palestinese.

Armi senza voto: Von der Leyen accelera sul riarmo bypassando il Parlamento

La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha annunciato il piano "ReArm Europe" da 800 miliardi di euro utilizzando l'articolo 122 del Trattato sul Funzionamento dell’UE, evitando così il voto parlamentare. Secondo il giurista Pasquale De Sena - intervistato da Lorenzo Giarelli per il Fatto Quotidiano - questa scelta è giuridicamente dubbia, poiché non sussistono le "circostanze eccezionali" richieste dal trattato. L’assenza di dibattito solleva questioni di trasparenza e legittimità democratica, mentre cresce la possibilità di ricorsi alla Corte di giustizia europea.

I polacchi reintroducono la leva militare. In Italia, intanto…

La Polonia introduce l’addestramento militare obbligatorio per tutti gli uomini adulti, mirando a un esercito di 500.000 soldati per fronteggiare la minaccia russa. In parallelo, il presidente Duda propone di destinare il 4% del PIL alla difesa. In Italia, intanto, continua l’iscrizione alla leva per i diciassettenni, poichè il servizio militare obbligatorio non è stato mai abolito, ma solo “sospeso”. L’aggiornamento delle liste, anno per anno, è un adempimento burocratico di cui si occupano ni comuni, ma il silenzio istituzionale su questa prassi allarma le associazioni pacifiste. E’ in corso una mobilitazione per lanciare una una Campagna Europea per l’Obiezione di Coscienza e la Disobbedienza Civile.

Il tradimento del Sogno Americano: una riflessione sull'America di Trump 2

Donato Carrisi, sul Corriere della Sera, riflette sul tradimento del sogno americano, esplorando come i simboli di giustizia, libertà e democrazia, un tempo ammirati, siano ora svuotati di significato. Il pensiero di una cultura americana che sembrava autentica e universale viene messo in discussione, in un'era dominata dal cinismo e dall’indifferenza. E' quindi la fine di quello che è stato il soft power americano diffuso in tutto il mondo? Carrisi esprime delusione per la disillusione che ha travolto i suoi sogni generazionali. Denuncia il silenzio degli intellettuali e delle arti di fronte alla crescente manipolazione della realtà e alla prepotenza dei nuovi leader.

Il tecnopopulismo che vuole ridefinire l'America

Un articolo di Mauro Magatti sul Corriere della Sera analizza l’ascesa del tecnopopulismo nichilista negli USA, una sintesi tra populismo, potere tecnologico e religione. L’alleanza tra Trump e i giganti della tecnologia promuove un’ideologia libertaria senza regole e distrugge la nozione stessa di verità. Il vuoto nichilista viene riempito dalla “teologia della prosperità”, che giustifica le disuguaglianze sociali sostenendo che la ricchezza economica è un segno del favore divino mentre la povertà segnala una fede insufficiente. Alla democrazia si sostituisce così un nuovo populismo, basato sulla manipolazione tecnologica del consenso e sulla giustificazione religiosa di una società classista.

Il realismo necessario: Zelensky e il cambio di rotta sulla pace in Ucraina

L’Ucraina sembra adottare un'approccio più realistico: dopo tre anni di guerra abbandona l’idea di una “pace giusta”, intesa come sconfitta totale della Russia, per perseguire una “pace duratura” basata su tregue progressive. Zelensky prende atto della debolezza dell’Europa e della necessità di riaprire il dialogo con gli Stati Uniti e la Russia. Il cambio di strategia riflette l’impotenza euro-atlantica e il ritorno a una diplomazia pragmatica, mentre l’Occidente sposta la sua attenzione su nuove sfide geopolitiche, in particolare la Cina.

Trump e la comunicazione del caos: come resistere alla sua strategia mediatica

Donald Trump domina il discorso pubblico con una comunicazione caotica e provocatoria, volta a destabilizzare l'opinione pubblica e normalizzare l’angoscia. Il professor Mario Morcellini analizza il fenomeno, evidenziando come il presidente Usa sfrutti le debolezze della comunicazione per manipolare la percezione collettiva. La soluzione? Evitare di cadere nella sua “bolla” comunicativa e preservare una riflessione articolata, lontana dal rumore mediatico.

8 marzo. Non solo una festa, ma un occasione per difendere i valori liberaldemocratici a rischio

L’8 marzo non deve essere più solo una festa, ma una mobilitazione per difendere i diritti delle donne, messi a rischio dal crescente clima di ostilità nelle democrazie liberali. Il ritorno di Trump e il ritiro dell’agenda DEI sono segnali di regressione. Solo attraverso indipendenza economica, istruzione e partecipazione politica si può contrastare questa deriva e preservare le conquiste ottenute in decenni di lotte per l’uguaglianza.

Un’iniziativa di pace per l’Europa

L’Unione Europea, invece di aumentare gli armamenti e seguire passivamente la linea statunitense, dovrebbe farsi promotrice di una vera iniziativa di pace tra Ucraina e Russia. Un negoziato basato sul disarmo reciproco e sulla fine delle sanzioni sarebbe più giusto e vantaggioso di un accordo imposto da Trump e Putin, che esclude l’Europa e impone all’Ucraina condizioni umilianti. Inoltre l’abolizione totale delle armi é l'unica garanzia di pace duratura e sicurezza globale.

Dalla democrazia alla predazione: capitalismo feudale e geopolitica delle terre rare

Siamo davanti alla fine della democrazia liberale? Assistiamo quindi all’emergere di un nuovo regime dominato dalla fusione tra autocrazia e capitalismo predatorio? Il caso delle terre rare rivela tre tratti distintivi: patrimonialismo geopolitico, feudalesimo del potere e sfruttamento brutale delle risorse. La politica si riduce a dominio e accumulazione, cancellando ogni spazio per la speranza democratica

L’Europa senza voce: come Trump sta ridisegnando l’ordine mondiale

L’amministrazione Trump sta rivoluzionando la politica globale con un approccio imprevedibile e radicale. JD Vance ha avvertito l’Europa di essere dalla parte sbagliata della storia, mentre la Germania ha risposto con un’ondata di nazionalismo europeo. Trump non vuole solo chiudere la guerra in Ucraina, ma ridisegnare l’ordine mondiale, offrendo alla Russia una reintegrazione economica in cambio di un distacco dalla Cina. L’Europa, invece di resistere, potrebbe cercare di sfruttare questa rivoluzione a proprio vantaggio. La domanda è: può l’Europa sorprendere Trump e trovare un modo per emergere più forte da questo sconvolgimento geopolitico?

Dopo la guerra, la vera sfida: costruire una pace che duri

Fare la pace è spesso più difficile che fare la guerra. Occorre guardare i grandi negoziati del passato per capire le sfide della diplomazia odierna, con particolare attenzione alla guerra in Ucraina e al ruolo degli Stati Uniti di Donald Trump. Bisogna essere in guardia dal rischio di ripetere gli errori di Versailles e Monaco, quando trattati affrettati e concessioni mal calibrate hanno gettato le basi per nuovi conflitti. Nel tentativo di dividere Russia e Cina, Trump potrebbe finire per perdere credibilità e alleati, spianando la strada a un nuovo equilibrio mondiale sfavorevole all’Occidente. La storia insegna che la pace va costruita con pazienza, strategia e realismo, non con gesti teatrali o soluzioni imposte dall’alto. La vera domanda è: l’Occidente saprà trarre le giuste lezioni dal passato?

“No Other Land”, contro la pulizia etnica a Gaza, vince l’Oscar 2025 per il Miglior Documentario

No Other Land - girato da due registi, Basel Adra e Yuval Abraham, uno palestinese e l'altro israeliano - vince l'Oscar 2025 per il Miglior documentario “Chiediamo al mondo di intraprendere azioni serie per fermare l’ingiustizia e porre fine alla pulizia etnica del popolo palestinese”, ha dichiarato Adra, giornalista e attivista palestinese. “Circa due mesi fa sono diventato padre, e il mio desiderio per mia figlia è che non debba vivere la stessa vita che sto vivendo io adesso. … ‘No Other Land’ riflette la dura realtà che sopportiamo da decenni e a cui continuiamo a resistere.”

La nuova America e il cambio di regime

L’America di Trump non sta vivendo solo un normale avvicendamento politico, ma una trasformazione radicale che minaccia l’ordine democratico e internazionale. La Casa Bianca diventa il teatro di un nuovo potere che mortifica la vittima e legittima l’aggressore, come dimostrato dall’incontro tra Trump e Zelensky. La destra estrema americana non si limita a governare: vuole uscire dal sistema, destabilizzando l’equilibrio costituzionale. L’Europa non può ignorare che la vittima di questa svolta non è solo l’Ucraina, ma la democrazia stessa, che ora rischia di essere sovvertita dall’interno.

L’America di Trump e il declino del soft power

L’incontro tra Trump e Zelensky alla Casa Bianca richiama episodi storici in cui i leader autoritari hanno imposto la loro volontà con minacce e pressioni. La politica di Trump segna una rottura con la tradizione liberal-democratica, promuovendo una democrazia senza élite e un imperialismo privo di soft power. Questa trasformazione mette a rischio il ruolo globale degli Stati Uniti, minando l’alleanza con l’Europa e il loro stesso potere.

Trump, Zelensky e il nuovo medio evo

L’incontro tra Trump e Zelensky alla Casa Bianca è stato un’imboscata in cui il leader ucraino è stato umiliato. Come argomenta Alberto Negri su il manisfesto, Trump ha ribaltato la narrazione sulla guerra, negando alla Russia il ruolo di aggressore e riducendo Ucraina ed Europa a comparse prive di peso. Ha imposto la logica della forza, chiedendo agli europei di pagare per la NATO e per la pace. Il suo approccio unilaterale, che mina la diplomazia globale, non è casuale, ma parte di un piano per ridisegnare l’ordine mondiale. E’ la “fine dell’Occidente conosciuto e inizio del nuovo medio evo.”

Trump, Zelensky e il futuro della geopolitica: una nuova strategia americana

Giampiero Massolo analizza la posizione di Trump sul conflitto ucraino, sostenendo che il presidente americano potrebbe ritirarsi dalla guerra per concentrarsi su obiettivi economici, con l'intento di separare Putin da Xi Jinping. L'Europa sembra marginalizzata, mentre l'Italia e altri alleati rischiano di trovarsi esclusi dalle decisioni cruciali. L'intervista con il diplomatico esplora anche le sfide future per l'Ucraina e l'Europa di fronte a una diplomazia sempre più assertiva e unilaterale.