Da “Is the American World Order on the Verge of Crumbling?” di Alon Pinkas, (Haaretz 12 novembre 2024). Questa lettura può essere integrata con l'altra parte dell'articolo, riassunta su Antìmaka con il titolo "Cosa c'è dopo la Pax Americana?"
Cosa è esattamente un "ordine mondiale"
Prima di discutere il nuovo ordine mondiale, è utile definire cosa sia esattamente un "ordine mondiale". Esiste una struttura chiaramente delineata con questo nome? La storia offre vari modelli, nessuno dei quali è analogo all’attuale stato del mondo.
Ci fu la Pax Romana dal 27 a.C. al 180 d.C., un’era di pace per l’Impero Romano. Dopo le guerre napoleoniche (1803-1815), ci fu un secolo – dal 1815 al 1914 – considerato l'era della Pax Britannica, caratterizzato da una pace relativa, nonostante vari conflitti regionali. Entrambi avevano attributi di un ordine mondiale: Roma e la Gran Bretagna operavano in un sistema unipolare con poche vere sfide fino alla fase finale del proprio dominio.
Il termine "ordine mondiale" ha un uso analitico e uno prescrittivo. L’uso analitico descrive la distribuzione del potere, la capacità di una potenza egemonica di proiettare forza e la struttura politica ed economica del sistema internazionale. L’uso prescrittivo indica un sistema auspicabile, ad esempio uno basato su istituzioni internazionali, meccanismi di risoluzione dei conflitti, pace, prosperità economica, diritti umani e sostenibilità ambientale tramite cooperazione multilaterale.
Breve storia dell'ordine mondiale
Ciò che definiamo "ordine mondiale" comincia con la Pace di Vestfalia del 1648, che pose fine alla Guerra dei Trent'anni. Tuttavia, il 1648 precede di due secoli l’emergere dello stato moderno e del sistema internazionale centrato sugli Stati, ed era un concetto eurocentrico che escludeva Asia, Africa e Americhe.
L’uso moderno del termine “ordine mondiale” risale al Congresso di Vienna del 1815, che creò un ordine europeo post-napoleonico, fondato su un sistema di "equilibrio di potere" tra Stati che garantì una certa deterrenza e avviò un secolo di pace relativa. Sebbene eventi come la Guerra di Crimea (1853-1856), la Guerra Franco-Prussiana (1870-1871) e la Guerra Russo-Giapponese (1904-1905) non fossero pacifici, non modificarono immediatamente l'ordine mondiale.
Entrambi questi costrutti si radicavano, intellettualmente, nel pensiero illuminista, e restavano essenzialmente eurocentrici. Non includevano né influivano su potenze come la Cina della dinastia Qing, il Giappone del periodo Edo e gli Stati Uniti, che già nel 1823, con la Dottrina Monroe, demarcavano le sfere di influenza dichiarando il proprio controllo sul continente americano, ma anche il proprio relativo isolazionismo riguardo al resto del mondo. Poiché le potenze dominanti erano europee, possiamo considerare questo periodo come "ordine mondiale", ma esso è lontano dal sistema internazionale contemporaneo.
Dopo la Prima Guerra Mondiale, il presidente statunitense Woodrow Wilson propose un nuovo ordine mondiale basato sulla cooperazione internazionale, con la Società delle Nazioni (precursore dell’ONU) e un tentativo ambizioso ma fallimentare, di definire principi di sicurezza collettiva. Esso fu disegnato dai “Grandi Quattro” alla Conferenza di pace di Parigi nel 1919: David Lloyd George, Vittorio Orlando, Georges Clemenceau e Woodrow Wilson.
L'ordine mondiale più citato, e di cui ancora viviamo gli ultimi strascichi, è quello emerso dopo il 1945: la Pax Americana. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, gli Stati Uniti occuparono il Giappone e metà della Germania, crearono la NATO e promossero la nascita delle Nazioni Unite, della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale, e in seguito dei gruppi G20 e G7, aggiungendo una rete di alleanze regionali. Al di fuori dell'a sfera controllata dall'Unione Sovietica, gli Stati Uniti hanno ideato un ordine mondiale in cui erano i principali artefici, gestori delle priorità, manutentori e arbitri dei conflitti.
Negli ultimi decenni — quando gli USA sono rimasti davvero soli at timone, in quello che e' stato chiamato il "momento unipolare" — sono emerse due sfide all'ordine mondiale. Primo, gli Stati Uniti mostrano segni di stanchezza e insoddisfazione, con sempre più discorsi sulla possibilità di abdicare volontariamente alla propria egemonia. “I russi possono fare quello che vogliono,” ha detto Donald Trump, aggiungendo che l’aiuto militare dovrebbe essere in prestiti e che la NATO è una fonte di instabilità. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, l’ordine internazionale creato dagli USA ha fatto di loro un “impero riluttante”: hanno invaso e combattuto guerre dal Sud-Est asiatico all’America Centrale fino al Medio Oriente e minacciato numerosi paesi, ma non sembravano mai a proprio agio con il potere che questo richiedeva.
Secondo, l’ascesa della Cina, che ha iniziato a esercitare una crescente influenza diplomatica e militare, oltre che economica. La Cina non intende sostituirsi agli USA, ma vuole ristrutturare il sistema mondiale affinché rifletta la propria potenza, anziché basarsi sulla realtà del 1945. I presidenti USA George W. Bush, Barack Obama e Joe Biden hanno resistito a queste sfide, specialmente quando le politiche di cambiamento sono state destabilizzanti: la Russia ha invaso l’Ucraina; la Corea del Nord è diventata una potenza nucleare; l’Iran ha sviluppato una politica estera basata sul terrorismo; e l’India mantiene una posizione ambivalente.
I paradossi dell'abdicazione americana
"La curiosa resurrezione e vittoria di Donald J. Trump hanno rappresentato l’apoteosi di una rivolta contro l’ordine stabilito,” scrive Roger Cohen sul New York Times. Questo vale non solo per la politica interna statunitense ma, in larga misura, per la visione americana del mondo.
L’ironia della strategia americana degli ultimi 70 anni è che ha funzionato, scrive lo storico Stephen Kotkin su Foreign Affairs. Ha favorito “un mondo integrato e prospero, ma ora è stato abbandonato. Gli USA erano aperti ai propri avversari, senza reciprocità. Oggi, tuttavia, la politica industriale e il protezionismo stanno chiudendo parzialmente il paese non solo ai rivali, ma anche agli alleati, ai partner e agli amici. La politica americana somiglia a quella cinese, proprio quando la Cina si trova in difficoltà."
Kotkin insiste che il vecchio ordine mondiale americano aveva funzionato: "È sorprendente quante persone in tutto il mondo abbiano beneficiato di questo ordine, inclusi gli americani. Ma non siamo pronti per questo successo. Questi paesi vogliono una voce. Non accetteranno di essere solo economie medie a cui si può dire cosa fare. Vogliono istituzioni internazionali che riflettano i loro successi, il loro lavoro e il loro ruolo nel mondo. Sono paesi giustamente orgogliosi, e non sappiamo come accogliere le loro aspirazioni. Il discorso comune è seducente: l’ordine liberale è flessibile e può accogliere tutti, quindi sopravviverà. Ma non funziona nel caso dell’Iran, della Russia e della Cina.”
Il vecchio ordine dunque non tiene più, e l’annunciato disimpegno americano sigilla tre decenni di declino. Resta da vedere cosa potrà sostituirlo.
Immagine: Realizzata in collaborazione con l'intelligenza artificiale