Antimaka s.f.: nome immaginario composto da anti (contro) e mache (battaglia). Evoca una figura mitologica che ripudia la guerra, lottando per la pace e la giustizia.

Trump

Trump e la comunicazione del caos: come resistere alla sua strategia mediatica

Donald Trump domina il discorso pubblico con una comunicazione caotica e provocatoria, volta a destabilizzare l'opinione pubblica e normalizzare l’angoscia. Il professor Mario Morcellini analizza il fenomeno, evidenziando come il presidente Usa sfrutti le debolezze della comunicazione per manipolare la percezione collettiva. La soluzione? Evitare di cadere nella sua “bolla” comunicativa e preservare una riflessione articolata, lontana dal rumore mediatico.

8 marzo. Non solo una festa, ma un occasione per difendere i valori liberaldemocratici a rischio

L’8 marzo non deve essere più solo una festa, ma una mobilitazione per difendere i diritti delle donne, messi a rischio dal crescente clima di ostilità nelle democrazie liberali. Il ritorno di Trump e il ritiro dell’agenda DEI sono segnali di regressione. Solo attraverso indipendenza economica, istruzione e partecipazione politica si può contrastare questa deriva e preservare le conquiste ottenute in decenni di lotte per l’uguaglianza.

Dalla democrazia alla predazione: capitalismo feudale e geopolitica delle terre rare

Siamo davanti alla fine della democrazia liberale? Assistiamo quindi all’emergere di un nuovo regime dominato dalla fusione tra autocrazia e capitalismo predatorio? Il caso delle terre rare rivela tre tratti distintivi: patrimonialismo geopolitico, feudalesimo del potere e sfruttamento brutale delle risorse. La politica si riduce a dominio e accumulazione, cancellando ogni spazio per la speranza democratica

L’Europa senza voce: come Trump sta ridisegnando l’ordine mondiale

L’amministrazione Trump sta rivoluzionando la politica globale con un approccio imprevedibile e radicale. JD Vance ha avvertito l’Europa di essere dalla parte sbagliata della storia, mentre la Germania ha risposto con un’ondata di nazionalismo europeo. Trump non vuole solo chiudere la guerra in Ucraina, ma ridisegnare l’ordine mondiale, offrendo alla Russia una reintegrazione economica in cambio di un distacco dalla Cina. L’Europa, invece di resistere, potrebbe cercare di sfruttare questa rivoluzione a proprio vantaggio. La domanda è: può l’Europa sorprendere Trump e trovare un modo per emergere più forte da questo sconvolgimento geopolitico?

Dopo la guerra, la vera sfida: costruire una pace che duri

Fare la pace è spesso più difficile che fare la guerra. Occorre guardare i grandi negoziati del passato per capire le sfide della diplomazia odierna, con particolare attenzione alla guerra in Ucraina e al ruolo degli Stati Uniti di Donald Trump. Bisogna essere in guardia dal rischio di ripetere gli errori di Versailles e Monaco, quando trattati affrettati e concessioni mal calibrate hanno gettato le basi per nuovi conflitti. Nel tentativo di dividere Russia e Cina, Trump potrebbe finire per perdere credibilità e alleati, spianando la strada a un nuovo equilibrio mondiale sfavorevole all’Occidente. La storia insegna che la pace va costruita con pazienza, strategia e realismo, non con gesti teatrali o soluzioni imposte dall’alto. La vera domanda è: l’Occidente saprà trarre le giuste lezioni dal passato?

La nuova America e il cambio di regime

L’America di Trump non sta vivendo solo un normale avvicendamento politico, ma una trasformazione radicale che minaccia l’ordine democratico e internazionale. La Casa Bianca diventa il teatro di un nuovo potere che mortifica la vittima e legittima l’aggressore, come dimostrato dall’incontro tra Trump e Zelensky. La destra estrema americana non si limita a governare: vuole uscire dal sistema, destabilizzando l’equilibrio costituzionale. L’Europa non può ignorare che la vittima di questa svolta non è solo l’Ucraina, ma la democrazia stessa, che ora rischia di essere sovvertita dall’interno.

L’America di Trump e il declino del soft power

L’incontro tra Trump e Zelensky alla Casa Bianca richiama episodi storici in cui i leader autoritari hanno imposto la loro volontà con minacce e pressioni. La politica di Trump segna una rottura con la tradizione liberal-democratica, promuovendo una democrazia senza élite e un imperialismo privo di soft power. Questa trasformazione mette a rischio il ruolo globale degli Stati Uniti, minando l’alleanza con l’Europa e il loro stesso potere.

Trump, Zelensky e il nuovo medio evo

L’incontro tra Trump e Zelensky alla Casa Bianca è stato un’imboscata in cui il leader ucraino è stato umiliato. Come argomenta Alberto Negri su il manisfesto, Trump ha ribaltato la narrazione sulla guerra, negando alla Russia il ruolo di aggressore e riducendo Ucraina ed Europa a comparse prive di peso. Ha imposto la logica della forza, chiedendo agli europei di pagare per la NATO e per la pace. Il suo approccio unilaterale, che mina la diplomazia globale, non è casuale, ma parte di un piano per ridisegnare l’ordine mondiale. E’ la “fine dell’Occidente conosciuto e inizio del nuovo medio evo.”

Il Washington Post e la nuova era Bezos: giornalismo o megafono del potere?

L'annuncio di Jeff Bezos di ridefinire la linea editoriale del Washington Post solleva interrogativi sul futuro del giornalismo indipendente. Il nuovo orientamento, incentrato su libertà personali e liberi mercati, esclude punti di vista opposti, facendo temere un'influenza politica legata agli interessi economici del proprietario di Amazon. Il caso si inserisce in un più ampio riassetto mediatico in favore di Trump, con piattaforme come Facebook e X che riducono la moderazione dei contenuti, rafforzando la polarizzazione dell’informazione.

Trump, Zelensky e il futuro della geopolitica: una nuova strategia americana

Giampiero Massolo analizza la posizione di Trump sul conflitto ucraino, sostenendo che il presidente americano potrebbe ritirarsi dalla guerra per concentrarsi su obiettivi economici, con l'intento di separare Putin da Xi Jinping. L'Europa sembra marginalizzata, mentre l'Italia e altri alleati rischiano di trovarsi esclusi dalle decisioni cruciali. L'intervista con il diplomatico esplora anche le sfide future per l'Ucraina e l'Europa di fronte a una diplomazia sempre più assertiva e unilaterale.

Il nichilismo e la parodia della democrazia

Il video di Trump postato sui suoi social è una parodia nichilista della democrazia, in cui Gaza viene trasformata in un simbolo di consumismo e potere assoluto. Cresce una pericolosa spirale nichilista in Occidente, il vero antidoto è il confronto con la realtà, il dolore e l'incontro con l'altro

"Free speech" sotto attacco: l'ipocrisia della difesa della libertà di espressione nell'amministrazione Trump

L'amministrazione Trump si è presentata come paladina della libertà di parola, ma ha sistematicamente limitato il dissenso attraverso censure su media, istituzioni e piattaforme digitali. L’esclusione di giornalisti, la rimozione di contenuti governativi e la repressione del dissenso nelle università e nell’esercito rivelano una strategia per controllare il discorso pubblico. Questa ipocrisia minaccia la democrazia americana e rende urgente difendere i diritti garantiti dal Primo Emendamento. Pubblichiamo una sintesi dell'editoriale apparso oggi

Europa senza America? L’alleanza atlantica tra incertezze e nuovi equilibri

L’Europa si trova di fronte a un possibile ridimensionamento dell’impegno americano nella NATO, soprattutto in caso di una presidenza Trump. La sicurezza del continente potrebbe diventare una responsabilità esclusivamente europea, mentre un accordo tra Trump e Putin potrebbe mettere a rischio l’equilibrio geopolitico. I leader europei devono prepararsi a scenari impensabili, incluso un possibile scontro di interessi con Washington. Il vertice UE del 6 marzo sarà cruciale per definire una strategia.

Quando la Bibbia diventa strumento di potere

Negli Stati Uniti, la Bibbia ha storicamente ispirato l’azione pubblica, ma il suo uso politico può sfociare in una distorsione del messaggio religioso. L’amministrazione Trump ha esemplificato questa tendenza, utilizzando le Scritture per legittimare il proprio operato. Tuttavia, ridurre la Bibbia a una piattaforma ideologica significa tradirne il senso profondo: l’amore universale di Dio. Un uso improprio del testo sacro può giustificare ingiustizie, violenze e nazionalismi.

Il Ritorno di Londra: La Nuova Realtà Europea tra Sicurezza e Economia

Il Regno Unito si riavvicina all’Europa in un contesto geopolitico ed economico profondamente mutato. L’aumento delle spese militari e il rafforzamento delle relazioni con le capitali UE segnano un cambiamento dettato dall’aggressività russa e dalla ristrutturazione della NATO sotto l’influenza di Donald Trump. Al contempo, Londra potrebbe contribuire alla competitività europea, rilanciando l’integrazione economica e finanziaria, mentre l’Europa cerca nuove strategie per sicurezza e crescita.

L’Europa nel labirinto ucraino: illusioni, armi e negoziati imposti

L’Unione Europea prosegue con una strategia schizofrenica sull’Ucraina: da un lato propone truppe di pace, dall’altro continua a inviare armi che prolungheranno il conflitto. Nel frattempo, finanzia il riarmo e si indebita, senza una chiara strategia su quale sia il vero obiettivo finale. Mentre Macron si adatta al nuovo equilibrio di potere tra Trump e Putin, l’UE resta bloccata in promesse irrealizzabili

L’Unione Europea di fronte alla sfida democratica: tra sovranismi e strategie globali

L’Unione Europea si trova a dover affrontare sfide interne ed esterne che mettono alla prova la sua stabilità e il suo futuro. Da un lato, le pressioni geopolitiche di Trump e Putin evidenziano la fragilità dell’UE di fronte a strategie di potenza, dall’altro, il rischio di disgregazione interna cresce con l’emergere di movimenti nazionalisti e sovranisti. Tuttavia, la forza dell’Unione risiede nella sua capacità di affrontare questi ostacoli attraverso una pratica democratica efficace, capace di negoziare senza subire diktat. Un rinnovato asse franco-tedesco, unito a riforme strutturali, potrebbe permettere all’UE di rafforzarsi, rendendo più rapide ed efficienti le sue decisioni economiche, tecnologiche e strategiche.

La guerra in Ucraina è stata una trappola per tutti. Occorre uscire da questo incubo

L’invasione russa dell’Ucraina ha dato inizio a un conflitto che, oltre a causare distruzione e morte, ha avvelenato le relazioni tra popoli e istituzioni, diffondendo odio reciproco. La guerra ha travolto il pensiero critico e il dialogo, portando a una radicalizzazione emotiva. Di fronte all’impossibilità di una vittoria netta, è necessario un compromesso per fermare la carneficina. Come ricorda papa Francesco, è urgente interrompere il ciclo di violenza: il tempo della giustizia verrà dopo.

Ipnocrazia, Trump, Musk e la nuova architettura della realtà

Il pamphlet "Ipnocrazia" del filosofo Jianwei Xun analizza come l'era digitale abbia instaurato una nuova forma di controllo sociale, manipolando le coscienze attraverso piattaforme seducenti. Leader come Trump e Musk utilizzano strategie narrative per influenzare l'opinione pubblica, creando realtà alternative che confondono verità e menzogna. L'ipnocrazia non reprime, ma seduce, modulando pensieri e percezioni, trasformando ogni atto di dissenso in merce e rendendo permanente l'incantamento digitale.

Trump dalla "post-verità" alla "anti-verità". Per l'Europa l'ultima chance

Massimo Cacciari, su La Stampa, analizza il passaggio dalla "post-verità" alla "anti-verità", dove la politica non solo ignora i fatti ma li distorce per propaganda. Trump ne è un esempio, definendo Zelensky un dittatore e proponendo lo sfruttamento delle spiagge di Gaza, senza una reazione forte dall'Europa. Anche il paragone tra Putin e il Terzo Reich è una manipolazione storica. Il conflitto in Ucraina richiede un trattato definitivo, poiché la storia insegna che i veri trattati di pace nascono quando la propaganda si placa e viene riconosciuta la realtà dei rapporti di forza. Se l'Occidente perseguirà una strategia egemonica globale, il rischio di una nuova guerra mondiale sarà inevitabile. L'Unioe Europea deve agire in autonomia per evitare di restare marginale e subordinata a Washington.