L'Editorial Board* del New York TImes scrive.
Il Primo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti, ratificato nel 1791, è una pietra miliare della democrazia americana, garantendo cinque libertà fondamentali: espressione, stampa, religione, petizione e riunione pacifica. I padri fondatori volevano una società in cui i cittadini potessero criticare il governo, esprimere opinioni e mantenere il potere sotto controllo. Oggi, queste libertà continuano a distinguere gli Stati Uniti come una delle nazioni più libere al mondo.
Negli ultimi anni, il presidente Donald Trump e i suoi sostenitori si sono autoproclamati paladini della libertà di parola, criticando la censura della sinistra e sostenendo che le persone dovrebbero poter esprimere qualsiasi opinione, anche se offensiva o controversa. Tuttavia, dietro questa retorica, l’amministrazione Trump ha adottato misure che minano proprio i principi della libertà di espressione che afferma di difendere.
Negli ultimi mesi, la Casa Bianca ha intensificato la repressione della libertà di parola, intervenendo direttamente su media, documenti ufficiali e istituzioni pubbliche. Un esempio emblematico è stata la decisione di Trump di ribattezzare il Golfo del Messico in "Golfo d’America". Inizialmente un'azione simbolica, si è trasformata in un atto di censura quando il presidente ha escluso i giornalisti dell’Associated Press (AP) dagli eventi della Casa Bianca per aver continuato a usare il nome riconosciuto internazionalmente. L’AP ha intentato una causa, affermando che il governo non può interferire con le decisioni editoriali della stampa.
Parallelamente, la Casa Bianca ha ristretto l’accesso ai giornalisti, selezionando quali testate possono partecipare al pool stampa. Testate indipendenti come Reuters e HuffPost sono state escluse a favore di media filo-governativi come Newsmax. Questa strategia mira a controllare la narrativa mediatica e limitare la copertura critica dell’amministrazione.
Oltre ai media, l’amministrazione ha censurato contenuti governativi, eliminando termini come "diversità" dai siti web ufficiali e cancellando migliaia di pagine su temi come diritti LGBTQ, ricerca sui vaccini e cambiamenti climatici. Questa rimozione sistematica di informazioni scomode riflette una strategia deliberata per modellare il discorso pubblico in linea con l’ideologia MAGA.
Elon Musk, uno dei principali sostenitori della libertà di parola nella retorica, ha adottato politiche simili su X (ex Twitter). Pur dichiarandosi un difensore del dibattito aperto, ha sospeso account di giornalisti critici e limitato l’accesso a contenuti su temi come l'Ucraina e i diritti LGBTQ. Ha inoltre intentato cause contro organizzazioni che hanno evidenziato la presenza di contenuti estremisti sulla piattaforma.
Anche in ambito istituzionale, la censura è in crescita: il Pentagono ha iniziato a rimuovere libri dalle scuole militari, e Trump ha minacciato di deportare studenti stranieri per aver partecipato a proteste filo-palestinesi.
Queste azioni dimostrano che l’amministrazione Trump non sta difendendo la libertà di espressione, ma la sta manipolando per rafforzare il proprio potere. La libertà di parola deve essere difesa in modo coerente e non usata come strumento politico.
Foto: La sede del NYT a New York
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