Il Centro di assistenza sanitaria primaria di Karas, situato a Beirut - scrive Giordano Contu su l'Osservatore Romano, rappresenta un punto di riferimento cruciale per la popolazione libanese in difficoltà. Ogni giorno, circa 150 pazienti ricevono cure mediche, grazie all'impegno di Caritas Libano, che gestisce 90 strutture sanitarie nel paese con l'ausilio di 700 operatori e 3.000 volontari.
La crisi economica iniziata nel 2019 ha avuto un impatto devastante sulla popolazione, trasformando molti donatori in beneficiari. La svalutazione della lira libanese ha ridotto drasticamente il potere d'acquisto, rendendo difficile l'accesso a beni e servizi essenziali. In questo contesto, Caritas Libano ha intensificato i suoi sforzi per fornire assistenza sanitaria gratuita o a costi simbolici, distribuendo mensilmente circa 15.000 confezioni di medicinali e offrendo oltre 800 consultazioni mediche.
I servizi offerti includono visite specialistiche, esami diagnostici, supporto psicologico, logopedia, fisioterapia, odontoiatria e programmi di vaccinazione per i giovani. Inoltre, vengono forniti dispositivi medici e assistenza finanziaria per coprire i costi di ospedalizzazione.
Tuttavia, la recente decisione degli Stati Uniti di ridurre gli aiuti internazionali ha messo a rischio la sostenibilità di questi servizi. Padre Michel Abbaoud, presidente di Caritas Libano, ha espresso preoccupazione per le conseguenze di questi tagli, sottolineando che il 40% dei fondi dell'UNHCR proveniva dagli Stati Uniti. La riduzione dei finanziamenti ha già costretto Caritas Libano a licenziare personale e a interrompere alcuni servizi essenziali.
Nonostante le difficoltà, Caritas Libano continua a svolgere un ruolo fondamentale nel fornire assistenza sanitaria e supporto sociale alla popolazione più vulnerabile, dimostrando come la solidarietà internazionale possa fare la differenza in tempi di crisi.
Foto: distribuzione di cibo fatta dalla Caritas in Libano