Antimaka s.f.: nome immaginario composto da anti (contro) e mache (battaglia). Evoca una figura mitologica che ripudia la guerra, lottando per la pace e la giustizia.

Mobilitare una grande "generosità collettiva"

generosità collettiva
Difronte al fallimento del modello di globalizzazione neoliberista, che ha accentuato disuguaglianze e squilibri globali, è necessario ripensare profondamente il modello di sviluppo. Bisogna superare le logiche economiche degli ultimi decenni, privilegiando giustizia sociale, sostenibilità e solidarietà. Secondo Mauro Magatti, i cattolici devono contribuire a questo progetto di trasformazione profonda dell'ordine mondiale.

Mauro Magatti, nell’articolo "La ricchezza dell’Italia" pubblicato su Avvenire del 4 gennaio riflette sulle sfide profonde che il Paese deve affrontare per costruire un futuro più equo e sostenibile. Pur riconoscendo che l’Italia è ancora un paese ricco per dimensione del PIL e patrimonio privato, l’autore sottolinea come questa ricchezza sia accompagnata da gravi squilibri sociali, economici e culturali. Il debito pubblico elevato e la crescita delle disuguaglianze non sono che sintomi di un sistema che appare incapace di offrire opportunità adeguate e di sostenere un progetto collettivo di crescita.

Uno dei punti centrali dell’analisi è il fallimento del modello di globalizzazione neoliberista, che ha accentuato le disuguaglianze e impoverito le fasce più vulnerabili della popolazione. Magatti invita l’Italia a interrogarsi su come partecipare al nuovo ciclo storico che si sta delineando, caratterizzato da sfide tecnologiche, climatiche e sociali senza precedenti. "In un momento come questo, l’ordinaria amministrazione non basta," avverte Magatti, evidenziando la necessità di ripensare profondamente il modello di sviluppo per affrontare il futuro in modo innovativo. In questo contesto, egli sottolinea che non è sufficiente una buona amministrazione tecnica: il Paese ha bisogno di una visione nuova, capace di immaginare un futuro diverso rispetto alle dinamiche degli ultimi decenni.

Un aspetto fondamentale del cambiamento, secondo Magatti, risiede nella necessità di riscoprire una "grande generosità collettiva," intesa come la capacità di superare divisioni ideologiche e di lavorare insieme per il bene comune. Questo spirito dovrebbe spingere la politica e la società a porre al centro temi come la giustizia sociale, la sostenibilità e la solidarietà. L’autore insiste sulla necessità di una politica che sappia offrire una visione condivisa e ambiziosa per il futuro.

Un altro punto centrale dell’articolo è il ritorno dei cattolici sulla scena politica, un tema che negli ultimi tempi ha generato un vasto dibattito. Magatti sottolinea che questo ritorno, spesso strumentalizzato da chi immagina semplicemente nuovi leader o partiti, deve invece fondarsi su una responsabilità storica: contribuire a delineare un progetto politico ed economico che risponda ai reali bisogni del Paese. "Se la radice cattolica ha un compito – oggi come in passato – che non può che essere quello di contribuire a delineare il progetto di cui il Paese ha davvero bisogno," afferma, evidenziando che il ruolo dei cattolici non deve limitarsi alla rappresentanza politica ma contribuire a una trasformazione profonda del sistema. I cattolici non possono limitarsi a proporre soluzioni superficiali, ma devono giocare un ruolo attivo nella costruzione di un modello di sviluppo sostenibile e inclusivo. Solo così potranno essere rilevanti in una fase storica in cui il mondo è chiamato a rispondere a sfide epocali.

Magatti conclude con un appello alla politica italiana: ripensare i propri obiettivi, superare le divisioni ideologiche e abbracciare un approccio che metta davvero al centro le persone e la comunità. È necessario un rinnovamento culturale e politico profondo, che sappia rispondere non solo alle crisi contingenti, ma anche alle grandi questioni di fondo che stanno definendo il nuovo ordine mondiale.


Immagine: "Generosità collettiva" realizzata con la collaborazione di DALL-E.