Storica di spicco della diaspora ebraica, Anna Foa affronta con lucidità la complessa storia del sionismo e le tensioni che attraversano Israele oggi. Il suicidio di Israele, un saggio breve ma denso, prende forma sulla scia degli eventi successivi al 7 ottobre 2023, analizzando in profondità un contesto drammatico. Fin dall’inizio, Foa stabilisce un approccio empatico ed equilibrato, dichiarando che "è lo stesso dolore per gli uni e per gli altri", riferendosi alle sofferenze di israeliani e palestinesi.
Il titolo è volutamente provocatorio e riflette le sue preoccupazioni per un futuro incerto. Foa mette in evidenza come il sionismo, un tempo portatore di ideali liberali e dialogici, si sia trasformato in movimenti più estremisti e nazionalisti. Eventi emblematici, come l’assassinio di Yitzhak Rabin, vengono usati per illustrare questo drammatico cambiamento e il fallimento di un processo di pace che sembrava possibile.
Un punto focale del saggio è la risposta israeliana all’attacco terroristico di Hamas, avvenuto il 7 ottobre. Secondo Foa, la dura reazione militare a Gaza rappresenta un potenziale "suicidio" per Israele, non solo per il devastante costo umano, ma anche per le sue ripercussioni internazionali. La storica avverte che "non saranno le armi a sconfiggere Hamas, ma la politica", richiamando alla necessità di dialogo e al riconoscimento dei diritti palestinesi.
L’autrice lancia anche un appello diretto agli ebrei della diaspora, invitandoli a intervenire per favorire una soluzione che tuteli sia la sicurezza di Israele sia i diritti dei palestinesi, aprendo la strada a uno Stato palestinese indipendente. Per Foa, la comunità ebraica globale può e deve giocare un ruolo cruciale nel delineare il futuro del paese.
Anche la tendenza a etichettare ogni critica a Israele come antisemitismo va rifiutata, perchè mettere in discussione le scelte del governo Netanyahu non è solo legittimo, ma necessario per promuovere un dibattito aperto e vitale. Solo così Israele potrà rivedere le sue politiche e uscire dall’isolamento internazionale.
D’altra parte Foa stessa accusa Il Primo Ministro israeliano di strumentalizzare la memoria della Shoah “per mettere in discussione il diritto internazionale". Al contrario, il diritto internazionale è anche un’eredità della Shoah, e abusare della memoria può indebolire i fondamenti stessi della comunità globale e indebolire l’immagine di Israele nel mondo.
Il suicidio di Israele è stato accolto con grande apprezzamento dalla critica. Non è solo una lettura illuminante, ma un contributo fondamentale al dibattito sulle sfide contemporanee dello Stato ebraico. Con uno stile limpido e una prospettiva bilanciata, Anna Foa invita a riflettere sulle scelte cruciali da compiere per garantire a Israele e al mondo un futuro di pace e gustizia.