Antimaka s.f.: nome immaginario composto da anti (contro) e mache (battaglia). Evoca una figura mitologica che ripudia la guerra, lottando per la pace e la giustizia.

“Ma quale eroismo! In guerra si muore come cani!”

L’Occidente sta progressivamente avvicinandosi al coinvolgimento diretto in Ucraina e “noi siamo già potenziali reclute” scrive Domenico Quirico su 'La Stampa'. Già si prepara la propaganda, con i suoi appelli all’eroismo e alla difesa della Patria. Ma un’eventuale chiamata alle armi potrebbe spianare la strada ai movimenti pacifisti generando un’esplosione di dissenso, una "marea minacciosa" di disertori e oppositori. Ma la prospettiva, secondo Quirico, potrebbe essere una rivolta non violenta da far impallidire le campagne del Mahatma Gandhi.

Domenico Quirico descrive su “La Stampa” del 29 novembre come l’Occidente stia progressivamente avvicinandosi al coinvolgimento diretto in Ucraina. La strategia delle sanzioni alla Russia si è rivelata controproducente, sfruttata da Putin per rafforzare il proprio controllo interno. Questo fallimento spinge le potenze occidentali ad accelerare le azioni militari per evitare quella che l’autore definisce “la confessione di impotenza” e l’accettazione di una sconfitta diplomatica.

Questa accelerazione si manifesta in tre diverse forme.

Primo: il via libera agli ucraini per colpire in profondità il territorio russo con armi avanzate che richiedono una partecipazione operativa indiretta ma determinante da parte dell’Occidente. Tali attacchi segnano non solo un’intensificazione della guerra, ma anche una scelta strategica per mantenere la pressione su Mosca.

Secondo: l’ingiunzione occidentale a Kiev di arruolare anche i diciottenni, una mossa che richiama pratiche storiche di mobilitazione totale, dove le società intere vengono coinvolte nella guerra. Questo passo indica l’inasprirsi delle difficoltà militari e l’impossibilità di sostenere un conflitto di lunga durata senza ricorrere a risorse umane sempre più giovani.

Terzo: l’ipotesi di schierare “foreign fighters occidentali” nei reparti ucraini. Questo scenario, benché non ancora concretizzato, segnala il rischio di un passaggio decisivo, con l’Occidente che abbandona la sua posizione di supporto indiretto per diventare parte attiva del conflitto.

Quirico evidenzia come queste mosse non siano solo tattiche, ma anche simboliche: un modo per ribadire l’impegno e la determinazione di fronte a un Putin percepito come sempre più minaccioso. “Manca alla guerra solo una solenne dichiarazione ufficiale”, sostiene il giornalista.

Il conflitto sembra ormai preda di un automatismo distruttivo, in cui ogni mossa alimenta una spirale di escalation, spinta da annunci sempre più urgenti e dall’incapacità di costruire strategie alternative. In questo contesto, l’opinione pubblica europea rimane esclusa dal dibattito, lasciata senza voce sulle decisioni di portata storica. Quirico si chiede provocatoriamente: “Già: qualcuno ha mai chiesto loro, ufficialmente... se è disposto a combattere?”. Le giovani generazioni, ormai distanti dall’esperienza del servizio militare e della chiamata alle armi, sono davvero pronte ad affrontare una mobilitazione come quella richiesta da un conflitto totale? Tornare a un passato fatto di centri di reclutamento, esercitazioni al tiro a segno e, ancor peggio, il campo di battaglia. Questa prospettiva nessuno ha mai osato porla apertamente.

Secondo Quirico un’eventuale chiamata alle armi spianerebbe la strada ai movimenti pacifisti “finora ridotti a patetici profeti di impossibili sventure da una ben articolata propaganda dell’indifferenza” ma che potrebbe invece scuotere le fondamenta stesse del consenso bellico. Quirico immagina un’esplosione di dissenso, una "marea minacciosa" di renitenti e oppositori che farebbe impallidire persino le campagne di resistenza non violenta del Mahatma Gandhi.

La sua incisiva conclusione: “Dove siamo arrivati? A un bagno di sangue generale, questa è la scelta che ci si offre? Guerra o disordine, nessun’altra prospettiva, la gloria nel fragore dei cannoni... Ma quale eroismo! In guerra si muore come cani!
 

Immagine: creata con la collaborazione di DALLE.