La destra italiana non riesce a sfondare, nonostante l’inconsistenza del governo Meloni, segnato da dilettantismo, ossessione securitaria e contrasto al lavoro. La tenuta dell’esecutivo si basa su divisioni interne al fronte democratico e sull’allineamento al metapartito USA per il sostegno alla guerra. Lo sostiene il filosofo del diritto Michele Prospero, in un articolo pubblicato sul sito del Centro per la riforma dello stato. E aggiunge che il silenzio sul tema della pace non potrà reggere a lungo. La destra sovranista guadagna terreno in tutta Europa, favorita dall’inerzia della sinistra, che sembra essersi smarrita in una retorica bellicista e incapace di proporre una visione alternativa.
Secondo l'autore, la crisi dell’impero post-sovietico viene interpretata erroneamente come un conflitto globale tra democrazia e autocrazia, giustificando una “guerra etica” che ostacola il rinnovamento della cultura politica della sinistra. Il tonfo democratico in USA non ha stimolato un ripensamento strategico, mentre in Europa la sinistra appare subordinata al paradigma delle “guerre infinite”, che ostacola qualsiasi progetto multipolare. Questo scenario permette alle destre di captare il malcontento generato dalle ostilità orientali e dalle crisi economiche.
La Germania, simbolo della democrazia continentale, è ora un sistema politico liquido, sostiene Prospero, travolto dalle conseguenze economiche della rottura con le risorse russe e dalla rinascita dell’estremismo politico. La crisi sociale tedesca rischia di aggravare la situazione in Italia, dove emergono segnali preoccupanti, come il caso Stellantis. Pace e lavoro tornano a intrecciarsi, ma un’alternativa alle destre richiede un programma radicale e coerente, non una semplice intesa elettorale.
Prospero conclude che la leadership di Schlein è destinata a indebolirsi se non riuscirà a rispondere alla domanda: "Come spostare risorse significative alla sanità pubblica, al lavoro, alle politiche industriali, alla coesione territoriale e all’occupazione se il bilancio statale è già predeterminato per coprire le spese richieste dall’economia di guerra?"
La mancata capacità di elaborare un progetto politico forte e radicale rischia di consegnare il campo progressista a una deriva in cui le destre continuano a dominare il discorso pubblico e politico.
Immagine: Gordon Johnson da Pixabay