Antimaka s.f.: nome immaginario composto da anti (contro) e mache (battaglia). Evoca una figura mitologica che ripudia la guerra, lottando per la pace e la giustizia.

Ucraina

L’ombra della Russia sul futuro globale: chi decide le sorti dell’Ucraina?

La recente telefonata tra Vladimir Putin e Donald Trump ha segnato un momento chiave nei rapporti USA-Russia, con il Cremlino che ha salutato l’incontro come l’inizio di un “nuovo ordine mondiale”. Putin ha respinto un cessate il fuoco totale in Ucraina, proponendo invece una tregua parziale che esclude attacchi alle infrastrutture energetiche. La conversazione ha rafforzato l’idea di Mosca come potenza globale con un ruolo decisionale nei conflitti internazionali, spesso senza il coinvolgimento diretto di Kyiv. Mentre la Casa Bianca e il Cremlino forniscono versioni discordanti dell’intesa, il mancato ritiro russo e le restrizioni agli aiuti militari all’Ucraina sollevano dubbi sulle reali intenzioni di Mosca e Washington.

Trump-Putin: Il Ritorno della Diplomazia Brutale

La telefonata tra Donald Trump e Vladimir Putin - scrive Domenico Quirico su La Stampa - riecheggia momenti storici come il dialogo tra Churchill e Roosevelt nel 1941. In un mondo scosso dalla guerra in Ucraina, i due leader si confrontano direttamente, lasciando l’Europa spettatrice impotente. Trump, con la sua diplomazia diretta e brutale, si scontra con l’astuzia strategica di Putin. Dietro la conversazione si delineano accordi taciti e giochi di potere che potrebbero ridisegnare gli equilibri globali, mentre la guerra avanza sul campo. Il mondo assiste, conclude Quirico, consapevole che dalle decisioni di questi due uomini dipenderanno le sorti dell’Ucraina e dell’intero equilibrio geopolitico.

Difesa comune e sostegno all’Ucraina: una scelta necessaria per l’Europa

Secondo Francesco Giavazzi - che esprime la posizione mainstream su il Corriere della Sera - l’invasione russa dell’Ucraina ha reso evidente la necessità di un impegno europeo per la sicurezza comune. Considerato il possibile disimpegno degli Stati Uniti dalla NATO, l’UE deve dunque dotarsi di una difesa autonoma. Il problema non sono le risorse economiche, ma l’integrazione dei sistemi nazionali. Il piano Safe della Commissione Europea è, secondo Giavazzi, un passo avanti, ma insufficiente. Una scelta chiara su difesa e Ucraina obbligherebbe i partiti a schierarsi sui valori fondanti dell’Unione, superando ambiguità politiche.

L’Ucraina resiste, l’Europa si rialza: il futuro della democrazia si gioca qui

L’Europa sta vivendo uno dei momenti più critici della sua storia recente: da un lato l’aggressione russa, dall’altro la crescente ostilità degli Stati Uniti di Trump e Vance. Ma anziché cedere allo smarrimento, il continente sta reagendo. Di fronte alla crisi transatlantica - scrive Brendan Simms sul Wall Street Journal - l’Europa accelera la cooperazione strategica e investe miliardi nella difesa. La sua unità e resilienza emergono con forza, mentre l’Ucraina, con la sua resistenza, ne incarna i valori fondamentali. Se gli USA abbandonano il loro ruolo storico, l’Europa potrebbe raccogliere il testimone come baluardo della democrazia globale.

Giovani nell’ombra: crescere in Ucraina durante la guerra

In Ucraina, la guerra ha lasciato una generazione sospesa tra l'infanzia e l'età adulta. Il racconto di Monica Perosino su La Stampa. Giovani come Natasha, Daryna e Andryi affrontano la distruzione, la perdita e l’incertezza del futuro. Alcuni sono fuggiti, altri sono rimasti, cercando di mantenere una parvenza di normalità tra bombardamenti e solitudine. L’istruzione è compromessa, l’assistenza sanitaria è carente e la crisi psicologica si aggrava. Nonostante tutto, questi ragazzi cercano di resistere, aggrappandosi ai sogni e a un senso di appartenenza a una patria devastata ma ancora viva.

L’Ucraina e l’Occidente: la prova della verità sulla pace e la sicurezza europea

L’invasione russa dell’Ucraina - secondo Gianfranco Pasquino su Domani - ha reso evidente la distinzione tra conoscenza e disinformazione, tra equidistanza e complicità. Non è possibile costruire la pace senza comprendere la natura dell’aggressione e il ruolo degli autoritarismi. L’Europa deve dotarsi di una politica di difesa autonoma per essere credibile nel suo impegno per la sicurezza. L’indecisione politica e il pacifismo astratto non favoriscono la pace, ma indeboliscono la capacità di risposta agli oppressori, rendendo instabile l’ordine internazionale.

Il realismo necessario: Zelensky e il cambio di rotta sulla pace in Ucraina

L’Ucraina sembra adottare un'approccio più realistico: dopo tre anni di guerra abbandona l’idea di una “pace giusta”, intesa come sconfitta totale della Russia, per perseguire una “pace duratura” basata su tregue progressive. Zelensky prende atto della debolezza dell’Europa e della necessità di riaprire il dialogo con gli Stati Uniti e la Russia. Il cambio di strategia riflette l’impotenza euro-atlantica e il ritorno a una diplomazia pragmatica, mentre l’Occidente sposta la sua attenzione su nuove sfide geopolitiche, in particolare la Cina.

Un’iniziativa di pace per l’Europa

L’Unione Europea, invece di aumentare gli armamenti e seguire passivamente la linea statunitense, dovrebbe farsi promotrice di una vera iniziativa di pace tra Ucraina e Russia. Un negoziato basato sul disarmo reciproco e sulla fine delle sanzioni sarebbe più giusto e vantaggioso di un accordo imposto da Trump e Putin, che esclude l’Europa e impone all’Ucraina condizioni umilianti. Inoltre l’abolizione totale delle armi é l'unica garanzia di pace duratura e sicurezza globale.

L’Europa senza voce: come Trump sta ridisegnando l’ordine mondiale

L’amministrazione Trump sta rivoluzionando la politica globale con un approccio imprevedibile e radicale. JD Vance ha avvertito l’Europa di essere dalla parte sbagliata della storia, mentre la Germania ha risposto con un’ondata di nazionalismo europeo. Trump non vuole solo chiudere la guerra in Ucraina, ma ridisegnare l’ordine mondiale, offrendo alla Russia una reintegrazione economica in cambio di un distacco dalla Cina. L’Europa, invece di resistere, potrebbe cercare di sfruttare questa rivoluzione a proprio vantaggio. La domanda è: può l’Europa sorprendere Trump e trovare un modo per emergere più forte da questo sconvolgimento geopolitico?

La nuova America e il cambio di regime

L’America di Trump non sta vivendo solo un normale avvicendamento politico, ma una trasformazione radicale che minaccia l’ordine democratico e internazionale. La Casa Bianca diventa il teatro di un nuovo potere che mortifica la vittima e legittima l’aggressore, come dimostrato dall’incontro tra Trump e Zelensky. La destra estrema americana non si limita a governare: vuole uscire dal sistema, destabilizzando l’equilibrio costituzionale. L’Europa non può ignorare che la vittima di questa svolta non è solo l’Ucraina, ma la democrazia stessa, che ora rischia di essere sovvertita dall’interno.

Trump, Zelensky e il nuovo medio evo

L’incontro tra Trump e Zelensky alla Casa Bianca è stato un’imboscata in cui il leader ucraino è stato umiliato. Come argomenta Alberto Negri su il manisfesto, Trump ha ribaltato la narrazione sulla guerra, negando alla Russia il ruolo di aggressore e riducendo Ucraina ed Europa a comparse prive di peso. Ha imposto la logica della forza, chiedendo agli europei di pagare per la NATO e per la pace. Il suo approccio unilaterale, che mina la diplomazia globale, non è casuale, ma parte di un piano per ridisegnare l’ordine mondiale. E’ la “fine dell’Occidente conosciuto e inizio del nuovo medio evo.”

Trump, Zelensky e il futuro della geopolitica: una nuova strategia americana

Giampiero Massolo analizza la posizione di Trump sul conflitto ucraino, sostenendo che il presidente americano potrebbe ritirarsi dalla guerra per concentrarsi su obiettivi economici, con l'intento di separare Putin da Xi Jinping. L'Europa sembra marginalizzata, mentre l'Italia e altri alleati rischiano di trovarsi esclusi dalle decisioni cruciali. L'intervista con il diplomatico esplora anche le sfide future per l'Ucraina e l'Europa di fronte a una diplomazia sempre più assertiva e unilaterale.

L’Europa nel labirinto ucraino: illusioni, armi e negoziati imposti

L’Unione Europea prosegue con una strategia schizofrenica sull’Ucraina: da un lato propone truppe di pace, dall’altro continua a inviare armi che prolungheranno il conflitto. Nel frattempo, finanzia il riarmo e si indebita, senza una chiara strategia su quale sia il vero obiettivo finale. Mentre Macron si adatta al nuovo equilibrio di potere tra Trump e Putin, l’UE resta bloccata in promesse irrealizzabili

L’Unione Europea di fronte alla sfida democratica: tra sovranismi e strategie globali

L’Unione Europea si trova a dover affrontare sfide interne ed esterne che mettono alla prova la sua stabilità e il suo futuro. Da un lato, le pressioni geopolitiche di Trump e Putin evidenziano la fragilità dell’UE di fronte a strategie di potenza, dall’altro, il rischio di disgregazione interna cresce con l’emergere di movimenti nazionalisti e sovranisti. Tuttavia, la forza dell’Unione risiede nella sua capacità di affrontare questi ostacoli attraverso una pratica democratica efficace, capace di negoziare senza subire diktat. Un rinnovato asse franco-tedesco, unito a riforme strutturali, potrebbe permettere all’UE di rafforzarsi, rendendo più rapide ed efficienti le sue decisioni economiche, tecnologiche e strategiche.

La guerra in Ucraina è stata una trappola per tutti. Occorre uscire da questo incubo

L’invasione russa dell’Ucraina ha dato inizio a un conflitto che, oltre a causare distruzione e morte, ha avvelenato le relazioni tra popoli e istituzioni, diffondendo odio reciproco. La guerra ha travolto il pensiero critico e il dialogo, portando a una radicalizzazione emotiva. Di fronte all’impossibilità di una vittoria netta, è necessario un compromesso per fermare la carneficina. Come ricorda papa Francesco, è urgente interrompere il ciclo di violenza: il tempo della giustizia verrà dopo.

Trump dalla "post-verità" alla "anti-verità". Per l'Europa l'ultima chance

Massimo Cacciari, su La Stampa, analizza il passaggio dalla "post-verità" alla "anti-verità", dove la politica non solo ignora i fatti ma li distorce per propaganda. Trump ne è un esempio, definendo Zelensky un dittatore e proponendo lo sfruttamento delle spiagge di Gaza, senza una reazione forte dall'Europa. Anche il paragone tra Putin e il Terzo Reich è una manipolazione storica. Il conflitto in Ucraina richiede un trattato definitivo, poiché la storia insegna che i veri trattati di pace nascono quando la propaganda si placa e viene riconosciuta la realtà dei rapporti di forza. Se l'Occidente perseguirà una strategia egemonica globale, il rischio di una nuova guerra mondiale sarà inevitabile. L'Unioe Europea deve agire in autonomia per evitare di restare marginale e subordinata a Washington.

In Ucraina, morti per una guerra impossibile

Dopo tre anni di guerra in Ucraina, il futuro appare segnato da compromessi imposti da interessi esterni. L’Occidente, che aveva promesso sostegno incondizionato, ora si mostra diviso, mentre si delineano scenari di resa e adattamento. Gli ucraini, abbandonati, combattono non più per vittorie impossibili ma per pura sopravvivenza. Intanto, il mondo si prepara a dimenticare, mentre nuovi equilibri politici si formano a beneficio di chi detiene la forza, lasciando i morti senza giustizia e la guerra senza senso.

Il costo della guerra: Ucraina devastata, Europa dipendente

La guerra in Ucraina ha devastato terre e vite, trasformando l'Ucraina in "uno dei paesi meno liberi al mondo" e alimentando un conflitto apparentemente senza fine. L’Europa, già stremata dalle sanzioni contro la Russia, dalle ingenti forniture di armi e denaro all’Ucraina e dalle spese per il proprio riarmo voluto dagli Stati Uniti, si trova a pagare un prezzo altissimo, aggravato dalla crescente dipendenza economica, politica e militare dagli USA.

La crisi della diserzione in Ucraina

La giornalista di Al Jazeera Shola Lawal analizza la gravità della crisi delle diserzioni nell’esercito ucraino, un problema che nel 2024 ha raggiunto livelli record dall’inizio della guerra con la Russia. L’autrice esplora in profondità le cause di questo fenomeno, le sue implicazioni sul conflitto e i paralleli con l’esercito russo, inquadrando il contesto di una guerra sempre più logorante sia a livello umano che strategico.

Gli USA suggeriscono a Kyiv la leva militare di massa. Zelensky: "No, grazie (per ora)"

Da tempo i giovani ucraini vengono prelevati con la forza, per essere spediti al fronte, a morire. Per una guerra che non ha alcuna possibilità di essere vinta, nel senso che il recupero, per via militare, dei territori illegalmente occupati dalla Russia, è fuori discussione, secondo la stessa difesa USA. Ciononostante, l’Amministrazione Biden ha proposto a Kyiv di abbassare l’età minima per la leva militare da 25 a 18 anni. Per ora i consiglieri del presidente Zelensky, hanno respinto la proposta: le risorse attualmente disponibili sono insufficienti anche per i soldati già mobilitati.