L’articolo di Jeffrey Toobin, Trump’s Two Modes of Justice, analizza come Donald Trump abbia trasformato il Dipartimento di Giustizia in uno strumento per punire i nemici e premiare gli alleati. L’autore evidenzia due dinamiche principali: la vendetta contro chi lo ha contrastato e la protezione di chi lo sostiene.
Vendetta contro i nemici
Trump ha sempre utilizzato la vendetta come metodo di governo e nel suo secondo mandato questa strategia si è radicata nel sistema giudiziario. Ha licenziato o trasferito procuratori e agenti dell’FBI che avevano indagato sulle violenze del 6 gennaio 2021. Il nuovo procuratore distrettuale di Washington, Ed Martin, ha guidato questa epurazione, definendo i suoi uffici “gli avvocati di Trump” e aprendo indagini contro iniziative dell’amministrazione Biden. Tra i suoi obiettivi ci sono anche figure di spicco come i senatori democratici Chuck Schumer e Robert Garcia, accusati di aver minacciato gli alleati di Trump con i loro discorsi pubblici.
Un’altra tattica usata dal presidente è stata la ritorsione contro studi legali che hanno rappresentato avversari politici. Il governo ha annullato contratti con Covington & Burling, lo studio che ha fornito assistenza a Jack Smith, il procuratore speciale che ha indagato su Trump, e con Perkins Coie, noto per aver rappresentato Hillary Clinton. Trump ha inoltre revocato le autorizzazioni di sicurezza ai loro avvocati e vietato l’accesso dei membri di Perkins Coie agli edifici federali, cercando di rendere tossiche queste aziende agli occhi dei clienti.
Protezione degli alleati
Mentre punisce i nemici, Trump protegge chi gli è fedele. Un caso emblematico è quello del sindaco di New York, Eric Adams, inizialmente accusato di corruzione dall’amministrazione Biden. Dopo aver espresso sostegno a Trump e partecipato alla sua inaugurazione, il Dipartimento di Giustizia ha chiesto l’archiviazione del caso, senza contestare le prove ma sostenendo che il processo avrebbe ostacolato Adams nella gestione della città. Inoltre, il governo ha lasciato aperta la possibilità di riaprire il procedimento se Adams dovesse deviare dalla linea trumpiana.
Un’altra mossa preoccupante è stata l’interferenza nelle cause statali. Trump ha ordinato al Dipartimento di Giustizia di supportare legalmente Tina Peters, ex funzionario elettorale del Colorado condannata per aver manipolato le macchine per il voto in un tentativo di dimostrare frodi inesistenti nelle elezioni del 2020.
L’uso dei poteri presidenziali
Trump ha utilizzato anche il potere di grazia per favorire i suoi sostenitori. Ha concesso la grazia a quasi tutti i rivoltosi del 6 gennaio, a 23 attivisti anti-aborto condannati per aver bloccato cliniche e a Ross Ulbricht, simbolo del movimento crypto. Tra i prossimi beneficiari c’è Pete Rose, ex stella del baseball squalificata per scommesse, una figura popolare tra l’elettorato conservatore.
Toobin conclude che il sistema di giustizia americana è privo di contrappesi reali per frenare l’uso politico delle grazie presidenziali e delle indagini giudiziarie. Mentre altre iniziative di Trump, come i tagli di bilancio, possono essere bloccate dai tribunali, l’uso discrezionale della giustizia è difficilmente contestabile. Storicamente, i presidenti hanno rispettato le norme non scritte della decenza istituzionale, ma nel caso di Trump, conclude Toobin, queste norme sono state completamente ignorate.
Immagine: Karl Hubenthal. Herald-Examiner, 7 July 1963