Antimaka s.f.: nome immaginario composto da anti (contro) e mache (battaglia). Evoca una figura mitologica che ripudia la guerra, lottando per la pace e la giustizia.

guerra

La guerra di Trump contro i migranti comincia oggi a Chicago

I rastrellamenti per la deportazione di “milioni di immigrati”, annunciati da Trump, dovrebbero iniziare oggi (martedì 21 gennaio) a Chicago. Da giorni è il panico nelle comunità di immigrati della città, sostenute dal sindaco Brandon Johnson e da gruppi di attivisti per i diritti civili. Anche la chiesa cattolica si sta mobilitando. Dopo le dichiarazioni di Papa Francesco, che ha definito le politiche anti-immigrati di Trump "una disgrazia", l’arcivescovo di Chicago ha parlato di "una ferita profonda per tutti noi", mentre il vescovo di San Diego le ha giudicate "incompatibili con la dottrina cattolica". ***Aggiornamento 22 gennaio*** L'assalto a Chicago è stato rinviato a causa del clamore mediatico suscitato. We Are All Chicagoans!

La distruzione di Gaza e il 'suicidio di Israele'

Una lunga e coraggiosa inchiesta pubblicata dal giornale di opposizione israeliano Haaretz squarcia un velo sull’arbitrarietà, la palese illegalità e la crudeltà gratuita di alcune operazioni militari israeliane a Gaza. Un tassello di quel mosaico di violenza tossica che Anna Foa ha chiamato "il suicidio di Israele".

Giornalisti in guerra: il pericolo della "normalizzazione"

Mentre l'opinione pubblica italiana si concentra giustamente sul caso di Cecilia Sala, arrestata in Iran, i media occidentali restano per lo più silenti di fronte agli oltre 200 giornalisti palestinesi uccisi da Israele in 15 mesi. Normalizzare questi crimini mette in pericolo ogni giornalista, non solo in Palestina ma dovunque.

Licenza di massacrare i civili. Un'inchiesta del New York Times sulla strategia militare di Israele

La campagna di Gaza ha segnato un svolta nella strategia militare di Israele, con regole più permissive e un’enfasi sull’efficacia militare a scapito della protezione dei civili. Questa strategia ha sollevato seri interrogativi sul rispetto del diritto internazionale e sull’impatto umanitario a lungo termine. Con oltre 45.000 palestinesi uccisi secondo le stime di Gaza, il conflitto ha lasciato un’impronta indelebile nella regione e ha alimentato l’ostilità verso Israele a livello globale.

Il “dovere morale” di morire

Recentemente Ezio Mauro si è unito al coro della guerra come “dovere morale”. Descrive la galassia pacifista in modo caricaturale: nostalgici del comunismo, contestatori ipocriti e opportunisti, antiamericani irriducibili e persino “nemici della democrazia”. Definisce la realpolitik “il mal sottile dell’Occidente” e la pace uno slogan vuoto e nichilista, perché nega l’esistenza di ideali per cui valga la pena morire. Ben poche tra le grandi testate internazionali mostrano un simile spensierato disprezzo per il pluralismo di analisi e prospettive.

I corpi della pace

Nasce Antìmaka: un magazine, un luogo d’incontro, uno strumento di riflessione contro ogni logica di guerra.

Il circolo vizioso di una giustizia piegata alla forza

Il rapporto tra forza e diritto. Il nichilismo della volontà di potenza contro il pacifismo giuridico che ha ispirato l’origine del diritto internazionale. Il paradigma della destra globale che appiattisce la giustizia sulla forza e lascia che la politica, svincolandosi dal diritto, si rovesci in guerra. Una riflessione di Roberta de Monticelli.

La fame come arma di guerra

L'articolo pubblicato su Al-Jazeera dalla psichiatra Samah Jabr analizza il devastante uso della fame come arma nella guerra israeliana a Gaza. La crisi non solo sta distruggendo le vite dei residenti, ma sta lasciando cicatrici profonde a livello psicologico e sociale in tutta la popolazione palestinese.

Guerra a tutti i costi?

La crisi post-imperiale della Russia conduce a un conflitto globale tra democrazia e autocrazia, giustificando la “guerra etica”? Questa convinzione latente ostacola il rinnovamento della cultura politica della sinistra. Il tonfo dei Democratici americani non ha stimolato un ripensamento strategico, mentre in Europa la sinistra appare subordinata al paradigma delle “guerre infinite”, che ostacola ogni progetto multipolare. Questo scenario permette alle destre di captare il malcontento generato dalle ostilità orientali e dalle crisi economiche.

Le logiche belliche oltre la guerra: distruzione ambientale e crisi climatica

Una serie di fonti autorevoli segnala che esiste una relazione bidirezionale tra conflitti e cambiamenti climatici. Da un lato, le guerre aggravano la crisi climatica attraverso la distruzione ambientale e l'aumento delle emissioni. Dall'altro lato, i cambiamenti climatici rappresentano sempre più spesso una causa scatenante di nuovi conflitti.

Il costo della guerra: Ucraina devastata, Europa dipendente

La guerra in Ucraina ha devastato terre e vite, trasformando l'Ucraina in "uno dei paesi meno liberi al mondo" e alimentando un conflitto apparentemente senza fine. L’Europa, già stremata dalle sanzioni contro la Russia, dalle ingenti forniture di armi e denaro all’Ucraina e dalle spese per il proprio riarmo voluto dagli Stati Uniti, si trova a pagare un prezzo altissimo, aggravato dalla crescente dipendenza economica, politica e militare dagli USA.

Cosa sta cambiando nel modo in cui gli Stati Uniti pianificano le guerre

Raphael S. Cohen, direttore dello Strategy and Doctrine Program presso la Rand Corporation, spiega su Foreign Policy il cambio di paradigma nel panorama geopolitico globale. Nonostante le pretese di disengagement della retorica “America First”, il rischio che alcuni conflitti regionali si trasformino in una crisi globale è altissimo. Affrontarlo richiederà un’espansione significativa delle capacità militari americane e una più robusta concertazione con gli alleati europei.

Il diritto internazionale è un'illusione pericolosa?

Le democrazie occidentali devono abbandonare l'illusione che, sul piano internazionale, la legge possa sostituire la forza, sostiene Angelo Panebianco. Il diritto internazionale è un’illusione pericolosa. "Prima scompare questa illusione e meglio è". L'Occidente dovrebbe dunque prepararsi a un mondo in cui la forza rimane un elemento inevitabile della politica internazionale?

Guerra e media: informazione o propaganda?

Uno studio delle strategie linguistiche adottate da Reuters e TASS durante la guerra Russia-Ucraina rivela la tendenza a rafforzare narrazioni geopoliticamente orientate. L’assenza di verifiche indipendenti in entrambi i casi rafforza l’impressione di un’informazione strumentale. Il linguaggio influenza il modo in cui il conflitto è percepito ma guida anche le risposte politiche e diplomatiche a livello internazionale.

Sant'Egidio in Ucraina tra soliderietà e resistenza

I primi 1000 giorni di guerra in Ucraina sono appena trascorsi mentre i combattimenti si intensificano su tutti i fronti. Il popolo ucraino sta pagando un prezzo altissimo e, con l’arrivo delle prime gelate, si preannuncia l’inverno più difficile dall’inizio del conflitto. L’Ucraina ha bisogno di pace, e l’impegno umanitario di organizzazioni come la Comunità di Sant’Egidio mantiene accesa una fiammella di speranza.

“Stop War on Children: Pathways to Peace”. Il rapporto di Save the Children

Quasi 1 bambino su 5 vive in un Paese in conflitto, pari a 473 milioni di bambini. In media 31 minori al giorno vengono uccisi o mutilati.

Caracciolo: Guerre per la pace e guerre per la guerra

Intervento di Lucio Caracciolo all'XI Festival di Limes a Genova 2024 "Fine della guerra". Estratto dalla prima giornata, venerdì 10 maggio.

Emergency lancia la community “R1PUD1A LA GUERRA”

Nel suo trentesimo compleanno EMERGENCY ha creato la community “R1PUD1A,” pensata per fare rete, attrarre volontari e sostenitori, diffondere informazioni e strumenti di mobilitazione e partecipazione.

Anna Foa sul neo-antisemitismo provocato dal governo israeliano

Un articolo di Anna Foa (grande studiosa di storia ebraica) sul Fatto Quotidiano del 4 ottobre sta provocando un vivace dibattito

Dialogo Zuppi-Cacciari su "Guerra o Pace"

Il 5 settembre 2024 si è aperto il Festival della Politica di Mestre (Venezia), organizzato dalla fondazione Gianni Pellicani, con un dialogo tra il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, e il filosofo Massimo Cacciari. Il dialogo era intitolato "Guerra o Pace".