Antimaka s.f.: nome immaginario composto da anti (contro) e mache (battaglia). Evoca una figura mitologica che ripudia la guerra, lottando per la pace e la giustizia.

vendetta

Le vendette di Trump: dissenso, università, magistratura

Un articolo di Zachary B. Wolf sul sito della CNN descrive l’uso sistematico del potere esecutivo da parte di Trump per reprimere ogni forma di dissenso, interno o pubblico. Attraverso proclami ufficiali, il presidente ha ordinato indagini su ex funzionari come Chris Krebs e Miles Taylor, accusandoli di tradimento e revocando le loro autorizzazioni di sicurezza. Ha esercitato pressioni su studi legali, minacciato l’impeachment dei giudici ostili, chiuso uffici federali in città non allineate e congelato fondi a università ritenute ideologicamente scomode. Studenti stranieri e attivisti come Mahmoud Khalil sono stati arrestati o dichiarati deportabili. Il messaggio, netto, è che il dissenso non sarà tollerato. Il presidente della Corte Suprema John Roberts ha reagito denunciando pubblicamente l’attacco all’indipendenza della magistratura.

Trump e la giustizia: vendetta, protezione e potere

Jeffrey Toobin analizza, sul New York Times, come Donald Trump abbia trasformato il Dipartimento di Giustizia in un’arma politica. Gli è servito per le sue vendette, epurando procuratori e perseguitando studi legali legati ai suoi avversari. Gli ha consentito di garantire protezione agli alleati, come il sindaco di New York Eric Adams, facendo archiviare le accuse contro di lui. Infine, Trump ha fatto ampio uso politico dei suoi poteri giudiziari, concedendo la grazie ai rivoltosi del 6 gennaio e ad attivisti conservatori. Toobin conclude che il sistema legale americano manca di reali contrappesi per limitare l’abuso di questi strumenti, rendendo l’amministrazione Trump un pericolo per lo stato di diritto.