Dopo il discorso di Trump al Congresso del 4 marzo, Mauro Magatti analizza sul Corriere della Sera l’evoluzione della democrazia americana attraverso il tecnopopulismo nichilista, un’inedita sintesi tra populismo, potere tecnologico e religione, destinata ad accentrare il potere e destabilizzare l’ordine democratico.
Magatti cita 'La sconfitta dell’Occidente' di Emmanuel Todd, secondo cui la deriva nichilista degli Stati Uniti si manifesta nella distruzione della nozione di verità e nell’impossibilità di descrivere razionalmente il mondo. Questo fenomeno ha reso le democrazie incapaci di agire in modo coerente. Negli USA si traduce nella convergenza tra Trump e i giganti della tecnologia, tra cui Elon Musk, Jeff Bezos, Google e Mark Zuckerberg, in un’alleanza che radicalizza il populismo emerso dopo la crisi del 2008. Il principio liberista si estende ora alla sfera tecnologica, con l’idea che intelligenza artificiale e biotecnologia, unite alla libertà individuale, possano aprire le porte del futuro senza regolamentazioni.
Parallelamente, il richiamo alla religione colma il vuoto valoriale delle società avanzate. Tuttavia, la religione evocata da Trump non è quella del lavoro e della solidarietà che ha reso grande l’Occidente, ma una versione consolatoria e classista, fondata sulla teologia della prosperità, che vede la ricchezza economica come segno del favore divino e la povertà come conseguenza di una fede insufficiente. Questo modello rafforza un individualismo radicale e una società svuotata di valori condivisi, con crescenti problemi di integrazione sociale.
L’incontro tra liberalizzazione digitale e teologia della prosperità crea una nuova bussola politica che non risolve il nichilismo, ma lo radicalizza. Il principio dominante diventa l’interesse individuale, svincolato da ogni criterio morale o istituzionale. Ciò si manifesta nell’abbandono del fact-checking, nella diffusione di hate speech e fake news, fino alla gestione americana di questioni cruciali come la pace in Ucraina e in Israele.
Il tecnopopulismo coniuga libertarismo e gestione digitale del consenso, combattendo il politicamente corretto e la cancel culture nel nome della difesa dei valori occidentali. Tuttavia, il rischio è un nuovo ordine in cui la razionalizzazione digitale prevale sulla democrazia, mentre una religione strumentale giustifica il potere sempre più centralizzato. L’uso delle nuove tecnologie per la sorveglianza sociale e la creazione di nemici interni ed esterni suggerisce un futuro in cui il tecnopopulismo erode le istituzioni democratiche, amplifica le divisioni sociali e mina le relazioni internazionali.
Foto: Immagine: creata con la collaborazione dell'intelligenza artificiale (DALL-E).