Antimaka s.f.: nome immaginario composto da anti (contro) e mache (battaglia). Evoca una figura mitologica che ripudia la guerra, lottando per la pace e la giustizia.

guerra

Caritas Libano: migliaia di malati curati grazie agli aiuti internazionali

Il Centro di assistenza sanitaria primaria di Karas, a Beirut - ci racconta Giordano Contu su l'Osservatore Romano - raccoglie quotidianamente circa 150 pazienti, offrendo cure mediche gratuite o a basso costo. Caritas Libano, con 90 strutture, 700 operatori e 3.000 volontari, è diventata un pilastro fondamentale per la popolazione vulnerabile, soprattutto dopo la crisi economica del 2019. Tuttavia, il taglio degli aiuti internazionali, in particolare quelli provenienti dagli Stati Uniti, minaccia la sostenibilità dei servizi offerti.

La guerra dei dazi, spiegata in politica

L’articolo compara il protezionismo classico americano con quello contemporaneo di Donald Trump, evidenziando profonde discontinuità storiche, politiche e istituzionali. Alla fine dell’Ottocento i dazi favorirono lo sviluppo della giovane industria americana e alimentarono un dibattito acceso, ma pienamente inscritto nel contesto costituzionale e parlamentare. Oggi la “guerra dei dazi” nasce dall’insicurezza economica e dal declino industriale, con una polarizzazione politica centrata sulla figura del presidente e in uno scenario di squilibrio istituzionale. Il protezionismo trumpiano segna una svolta verso la personalizzazione del potere esecutivo e l’uso punitivo del commercio. Strumenti emergenziali, retorica sovranista e azioni unilaterali ridefiniscono il ruolo presidenziale, delineando un nuovo paradigma che sfida le regole multilaterali e le architetture liberali della governance democratica.

L’ombra della Russia sul futuro globale: chi decide le sorti dell’Ucraina?

La recente telefonata tra Vladimir Putin e Donald Trump ha segnato un momento chiave nei rapporti USA-Russia, con il Cremlino che ha salutato l’incontro come l’inizio di un “nuovo ordine mondiale”. Putin ha respinto un cessate il fuoco totale in Ucraina, proponendo invece una tregua parziale che esclude attacchi alle infrastrutture energetiche. La conversazione ha rafforzato l’idea di Mosca come potenza globale con un ruolo decisionale nei conflitti internazionali, spesso senza il coinvolgimento diretto di Kyiv. Mentre la Casa Bianca e il Cremlino forniscono versioni discordanti dell’intesa, il mancato ritiro russo e le restrizioni agli aiuti militari all’Ucraina sollevano dubbi sulle reali intenzioni di Mosca e Washington.

Trump-Putin: Il Ritorno della Diplomazia Brutale

La telefonata tra Donald Trump e Vladimir Putin - scrive Domenico Quirico su La Stampa - riecheggia momenti storici come il dialogo tra Churchill e Roosevelt nel 1941. In un mondo scosso dalla guerra in Ucraina, i due leader si confrontano direttamente, lasciando l’Europa spettatrice impotente. Trump, con la sua diplomazia diretta e brutale, si scontra con l’astuzia strategica di Putin. Dietro la conversazione si delineano accordi taciti e giochi di potere che potrebbero ridisegnare gli equilibri globali, mentre la guerra avanza sul campo. Il mondo assiste, conclude Quirico, consapevole che dalle decisioni di questi due uomini dipenderanno le sorti dell’Ucraina e dell’intero equilibrio geopolitico.

Una piazza per l’Europa: tra speranza e contraddizioni

La manifestazione di Piazza del Popolo - scrive Marco Damilano su Domani - ha mostrato un’Europa imperfetta ma vitale, unita da valori di libertà, dignità e diritti. L’evento ha dato voce a una società civile che cerca un’Europa migliore, oltre la politica istituzionale e le divisioni interne. Tra gli interventi più applauditi, Andrea Riccardi e giovani attivisti. La segretaria del Pd Elly Schlein ha incarnato l’anima europeista della piazza, mentre le tensioni interne al suo partito rivelano la complessità della leadership politica in un contesto frammentato.

Il riarmo tedesco e la fine dell’Europa pacifica

La decisione della Germania di aumentare massicciamente le spese militari - sostiene Donatella Di Cesare sul Il Fatto Quotidiano - é una svolta epocale e pericolosa per l’Europa. L’autrice critica la narrazione di Ursula von der Leyen sul riarmo come difesa della democrazia, sostenendo che questa scelta segnerà la "disgregazione politica" del continente e un ritorno della Germania come potenza militare autonoma. Con il concetto di Zeitenwende ("svolta dei tempi"), Berlino abbandona la prudenza postbellica per riaffermarsi come leader strategico. Di Cesare avverte che questo processo, accelerato senza dibattito democratico, potrebbe avere conseguenze imprevedibili, riaprendo fratture storiche. Conclude sottolineando il rischio di un’accettazione passiva della militarizzazione europea, "perfino nelle università, lì dove ci si attenderebbe una resistenza".

Giovani nell’ombra: crescere in Ucraina durante la guerra

In Ucraina, la guerra ha lasciato una generazione sospesa tra l'infanzia e l'età adulta. Il racconto di Monica Perosino su La Stampa. Giovani come Natasha, Daryna e Andryi affrontano la distruzione, la perdita e l’incertezza del futuro. Alcuni sono fuggiti, altri sono rimasti, cercando di mantenere una parvenza di normalità tra bombardamenti e solitudine. L’istruzione è compromessa, l’assistenza sanitaria è carente e la crisi psicologica si aggrava. Nonostante tutto, questi ragazzi cercano di resistere, aggrappandosi ai sogni e a un senso di appartenenza a una patria devastata ma ancora viva.

Ucraina. Tra incertezze e logoramento. Riemerge la diplomazia

Domenico Quirico - su La Stampa - analizzando l’evoluzione del conflitto in Ucraina, evidenzia il passaggio da una visione manichea della guerra a un riconoscimento della necessità di trattative. La diplomazia, a lungo marginalizzata, riemerge come opzione inevitabile, sebbene ancora fragile. L’Unione Europea appare incerta, mentre le élite occidentali iniziano a valutare il riarmo. Il ritorno di Trump introduce un altro elemento di instabilità, con il rischio di un ridimensionamento del sostegno statunitense a Kiev. Il dibattito interno all’Occidente si frammenta tra sostenitori della linea dura e fautori del compromesso, mentre la guerra si trasforma in un conflitto di logoramento senza soluzioni nette.

L’industria bellica USA guadagna mentre l’UE si riarma: strategie e interessi in gioco

L’Unione Europea - scrive Luca Liverani in un articolo inchiesta realizzato per l'Avvenire - accelera il riarmo, aumentando gli investimenti militari, ma la maggior parte delle armi proviene dagli Stati Uniti, favorendo l’industria bellica americana. Mentre l’Europa discute sulla creazione di un’industria della difesa più autonoma, persistono dipendenze strategiche e interessi economici che avvantaggiano Washington. Il dibattito tra sicurezza, autonomia e affari militari resta aperto.

L’Ucraina e l’Occidente: la prova della verità sulla pace e la sicurezza europea

L’invasione russa dell’Ucraina - secondo Gianfranco Pasquino su Domani - ha reso evidente la distinzione tra conoscenza e disinformazione, tra equidistanza e complicità. Non è possibile costruire la pace senza comprendere la natura dell’aggressione e il ruolo degli autoritarismi. L’Europa deve dotarsi di una politica di difesa autonoma per essere credibile nel suo impegno per la sicurezza. L’indecisione politica e il pacifismo astratto non favoriscono la pace, ma indeboliscono la capacità di risposta agli oppressori, rendendo instabile l’ordine internazionale.

L'Europa tra guerra, difesa comune e crisi sociale: un bivio storico

L’Europa - scrive Massimo Cacciari su La Stampa - si trova ad affrontare il ritorno della guerra sul suo territorio, con il conflitto in Ucraina che rischia di degenerare in una guerra totale. La difesa comune, mai realizzata, diventa ora una necessità, ma senza una vera unione politica rischia di essere inefficace. L’aumento della spesa militare mina il welfare e i diritti sociali, mentre la guerra rafforza politiche autoritarie. Senza un'iniziativa diplomatica per la pace, il futuro dell’Europa appare segnato da instabilità e declino economico.

Il coraggio di disertare e il mito della guerra

L’articolo riflette sulla contrapposizione tra la cieca obbedienza militare e il coraggio della diserzione. Prendendo spunto da Tolstoj e da monumenti ai disertori in Germania, Tomaso Montanari sul Fatto Quotidiano evidenzia come il rifiuto della guerra sia un atto di eroismo poco celebrato. Il dibattito attuale in Italia sembra invece esaltare la guerra, come dimostrano le posizioni di Scurati, Fubini e Galli della Loggia. Tuttavia, la tradizione occidentale contiene anche una forte voce contro la guerra, da Omero a don Milani, indicando la disobbedienza come valore fondante per il futuro. La vera eredità occidentale, quella che potrebbe garantire un futuro, non sta nella celebrazione della guerra, ma nel coraggio di rifiutarla.

La Sinistra di fronte alla nuova era: pace, riarmo e democrazia

La destra, incarnata da Trump - scrive Ezio Mauro su Repubblica - ridefinisce la realtà attraverso l'ideologia e il potere verticale, minacciando la democrazia e riscrivendo l'ordine globale. La sinistra, invece, deve costruire una controcultura capace di contrastare questa visione, difendendo pace, giustizia e libertà. La sfida odierna impone all'Europa di rafforzarsi militarmente per proteggere i suoi valori democratici. Il riarmo, in questo contesto, non è una contraddizione con la pace, ma una necessità per garantirla e preservare il futuro della democrazia occidentale.

Armi senza voto: Von der Leyen accelera sul riarmo bypassando il Parlamento

La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha annunciato il piano "ReArm Europe" da 800 miliardi di euro utilizzando l'articolo 122 del Trattato sul Funzionamento dell’UE, evitando così il voto parlamentare. Secondo il giurista Pasquale De Sena - intervistato da Lorenzo Giarelli per il Fatto Quotidiano - questa scelta è giuridicamente dubbia, poiché non sussistono le "circostanze eccezionali" richieste dal trattato. L’assenza di dibattito solleva questioni di trasparenza e legittimità democratica, mentre cresce la possibilità di ricorsi alla Corte di giustizia europea.

Un’iniziativa di pace per l’Europa

L’Unione Europea, invece di aumentare gli armamenti e seguire passivamente la linea statunitense, dovrebbe farsi promotrice di una vera iniziativa di pace tra Ucraina e Russia. Un negoziato basato sul disarmo reciproco e sulla fine delle sanzioni sarebbe più giusto e vantaggioso di un accordo imposto da Trump e Putin, che esclude l’Europa e impone all’Ucraina condizioni umilianti. Inoltre l’abolizione totale delle armi é l'unica garanzia di pace duratura e sicurezza globale.

L’Europa senza voce: come Trump sta ridisegnando l’ordine mondiale

L’amministrazione Trump sta rivoluzionando la politica globale con un approccio imprevedibile e radicale. JD Vance ha avvertito l’Europa di essere dalla parte sbagliata della storia, mentre la Germania ha risposto con un’ondata di nazionalismo europeo. Trump non vuole solo chiudere la guerra in Ucraina, ma ridisegnare l’ordine mondiale, offrendo alla Russia una reintegrazione economica in cambio di un distacco dalla Cina. L’Europa, invece di resistere, potrebbe cercare di sfruttare questa rivoluzione a proprio vantaggio. La domanda è: può l’Europa sorprendere Trump e trovare un modo per emergere più forte da questo sconvolgimento geopolitico?

Trump, Zelensky e il futuro della geopolitica: una nuova strategia americana

Giampiero Massolo analizza la posizione di Trump sul conflitto ucraino, sostenendo che il presidente americano potrebbe ritirarsi dalla guerra per concentrarsi su obiettivi economici, con l'intento di separare Putin da Xi Jinping. L'Europa sembra marginalizzata, mentre l'Italia e altri alleati rischiano di trovarsi esclusi dalle decisioni cruciali. L'intervista con il diplomatico esplora anche le sfide future per l'Ucraina e l'Europa di fronte a una diplomazia sempre più assertiva e unilaterale.

Il nichilismo e la parodia della democrazia

Il video di Trump postato sui suoi social è una parodia nichilista della democrazia, in cui Gaza viene trasformata in un simbolo di consumismo e potere assoluto. Cresce una pericolosa spirale nichilista in Occidente, il vero antidoto è il confronto con la realtà, il dolore e l'incontro con l'altro

L’illusione infranta del diritto internazionale e la sfida della democrazia

La crisi del diritto internazionale e il ritorno della legge del più forte minacciano i valori fondanti della democrazia europea. Dalla negazione dell’aggressione russa all’Ucraina al declino della Corte Penale Internazionale, il mondo sembra avviarsi verso una regressione. Tuttavia, la lezione di Piero Calamandrei ricorda che il diritto nasce dalla coscienza morale e che, anche nelle crisi più oscure, è possibile ricostruire un ordine giusto.

Europa senza America? L’alleanza atlantica tra incertezze e nuovi equilibri

L’Europa si trova di fronte a un possibile ridimensionamento dell’impegno americano nella NATO, soprattutto in caso di una presidenza Trump. La sicurezza del continente potrebbe diventare una responsabilità esclusivamente europea, mentre un accordo tra Trump e Putin potrebbe mettere a rischio l’equilibrio geopolitico. I leader europei devono prepararsi a scenari impensabili, incluso un possibile scontro di interessi con Washington. Il vertice UE del 6 marzo sarà cruciale per definire una strategia.