Antimaka s.f.: nome immaginario composto da anti (contro) e mache (battaglia). Evoca una figura mitologica che ripudia la guerra, lottando per la pace e la giustizia.

Ucraina. Tra incertezze e logoramento. Riemerge la diplomazia

Domenico Quirico - su La Stampa - analizzando l’evoluzione del conflitto in Ucraina, evidenzia il passaggio da una visione manichea della guerra a un riconoscimento della necessità di trattative. La diplomazia, a lungo marginalizzata, riemerge come opzione inevitabile, sebbene ancora fragile. L’Unione Europea appare incerta, mentre le élite occidentali iniziano a valutare il riarmo. Il ritorno di Trump introduce un altro elemento di instabilità, con il rischio di un ridimensionamento del sostegno statunitense a Kiev. Il dibattito interno all’Occidente si frammenta tra sostenitori della linea dura e fautori del compromesso, mentre la guerra si trasforma in un conflitto di logoramento senza soluzioni nette.

Il complesso scenario diplomatico e militare legato alla guerra in Ucraina, - scrive Domenico Quirico su La Stampa -  mette in evidenza come il conflitto sia stato a lungo descritto nei termini di una battaglia tra bene e male assoluti, escludendo qualsiasi spazio per il compromesso. Questa visione, semplificata e manichea, ha impedito di cogliere la realtà dei fatti: la guerra non è un sistema chiuso con una soluzione netta, ma un processo frammentario che si smonta pezzo per pezzo. L’idea di una vittoria totale dell’Occidente è stata messa in discussione e si è cominciato a riconoscere che le trattative, pur imperfette, sono una via inevitabile.

L’Unione Europea si trova in una posizione di incertezza, incapace di comprendere la natura di questa evoluzione. La diplomazia, che in teoria dovrebbe essere il pilastro della strategia occidentale, è stata a lungo trascurata o trattata come un’arma secondaria, rispetto alla logica della deterrenza militare. Tuttavia, con il prolungarsi del conflitto, emerge la necessità di riconsiderare il dialogo come uno strumento cruciale, sebbene ancora visto con sospetto da molti leader europei. La guerra si è rivelata una battaglia di logoramento in cui la strategia della resistenza assoluta è difficile da sostenere senza costi elevatissimi, non solo economici e militari, ma anche politici e sociali.

Un fattore chiave in questa dinamica è il ruolo di Donald Trump, il cui ritorno sulla scena politica statunitense ha introdotto un altro elemento di incertezza. Trump ha sempre avuto una visione pragmatica della diplomazia, spesso in netto contrasto con l’approccio tradizionale europeo. La sua tendenza a trattare i negoziati come transazioni economiche ha portato molti a temere che un suo eventuale ritorno alla presidenza potesse tradursi in un drastico ridimensionamento del sostegno statunitense all’Ucraina. Questo scenario, unito alle pressioni interne ai singoli stati europei, sta alimentando riflessioni sulla possibilità di un riarmo, con molte élite politiche che iniziano a considerare l’ipotesi di una maggiore autonomia strategica dell’Europa.

Il meccanismo delle trattative è già stato attivato, ma si muove in modo sotterraneo e spesso invisibile. Nessuno, per ora, vuole apparire come il negoziatore che dovrà cedere qualcosa, ma è evidente che le linee di dialogo esistono, anche se restano informali e opache. La guerra, in questa fase, non si decide più solo sul campo di battaglia, ma anche attraverso le scelte economiche e politiche dei vari attori coinvolti. La diplomazia, dopo essere stata a lungo marginalizzata, sta riemergendo come un’opzione necessaria, seppur ancora fragile.

Quirico sottolinea come il dibattito interno ai paesi occidentali sia sempre più frammentato. Se da una parte c’è chi spinge per una linea dura e inflessibile nei confronti di Mosca, dall’altra cresce il numero di coloro che iniziano a considerare che un compromesso possa essere l’unica via realistica per evitare un conflitto senza fine. Il futuro resta incerto, ma è evidente che le certezze assolute con cui l’Occidente ha affrontato i primi due anni di guerra stanno progressivamente cedendo il passo a una maggiore consapevolezza della complessità della situazione.

Foto:  Diplomazia al lavoro per un trattato. Immagine creata con la collaborazione dell'intelligenza artificiale (DALL-E).