Antimaka s.f.: nome immaginario composto da anti (contro) e mache (battaglia). Evoca una figura mitologica che ripudia la guerra, lottando per la pace e la giustizia.

Europa senza America? L’alleanza atlantica tra incertezze e nuovi equilibri

L’Europa si trova di fronte a un possibile ridimensionamento dell’impegno americano nella NATO, soprattutto in caso di una presidenza Trump. La sicurezza del continente potrebbe diventare una responsabilità esclusivamente europea, mentre un accordo tra Trump e Putin potrebbe mettere a rischio l’equilibrio geopolitico. I leader europei devono prepararsi a scenari impensabili, incluso un possibile scontro di interessi con Washington. Il vertice UE del 6 marzo sarà cruciale per definire una strategia.

L’Europa sta affrontando una trasformazione epocale nelle sue relazioni con gli Stati Uniti,  - scrive Stefano Stefanini su La Stampa - in particolare per quanto riguarda la sicurezza e la difesa. Le dichiarazioni di esponenti vicini a Donald Trump, che mettono in discussione gli impegni storici degli USA verso la NATO, hanno costretto i leader europei a prendere seriamente in considerazione l’ipotesi di doversi difendere autonomamente.  

Negli ultimi 75 anni, l’Alleanza Atlantica ha garantito la sicurezza dell’Europa, fungendo da deterrente contro possibili aggressioni, in particolare da parte della Russia. Tuttavia, con Trump alla Casa Bianca, questa certezza potrebbe svanire. Trump ha più volte trattato l’Unione Europea come un rivale piuttosto che un alleato, ponendo il surplus commerciale europeo al centro delle tensioni, più che le questioni geopolitiche o gli impegni militari comuni. La sua visione sembra riecheggiare l’isolazionismo americano degli anni ’30, con un focus sulla protezione dei confini nazionali piuttosto che sull’impegno globale. 

Il Segretario alla Difesa designato da Trump, Pete Hegseth, ha dichiarato che la sicurezza europea non sarà più una priorità primaria per gli Stati Uniti, dando agli europei la “ownership” della loro difesa convenzionale. Questo significa che gli USA potrebbero limitarsi a un ruolo di supporto, senza garantire automaticamente l’attivazione dell’Articolo 5 del trattato NATO in caso di attacco. Di conseguenza, la minaccia russa assume un peso ancora maggiore per l’Europa.  

Negli ultimi tre anni, la Russia ha rafforzato significativamente il proprio apparato militare e industriale, nonostante un PIL modesto. La guerra in Ucraina ha dimostrato la determinazione di Mosca a ridisegnare i confini europei e la vulnerabilità di alcuni Paesi, come gli Stati baltici e la Moldova. Persino nazioni che storicamente non hanno mai subito l’influenza sovietica, come Finlandia e Svezia, si sono affrettate a entrare nella NATO. La Polonia, intanto, ha già portato la sua spesa per la difesa al 5% del PIL, segno di una crescente consapevolezza del rischio.  

Finora, la deterrenza della NATO ha impedito alla Russia di oltrepassare certi limiti, ma il peso principale di questa deterrenza è stato sostenuto dagli Stati Uniti, inclusa la protezione nucleare. Se Washington decidesse di ridurre il proprio coinvolgimento, il panorama della sicurezza europea cambierebbe radicalmente.  

Uno scenario ancora più preoccupante sarebbe un possibile accordo tra Trump e Putin, che potrebbe concedere a Mosca maggiore libertà d’azione in Europa. Se Trump decidesse di sacrificare alcuni interessi europei in cambio di un allontanamento della Russia dalla Cina, l’Europa si troverebbe a dover difendere non solo la propria sicurezza militare, ma anche la propria autonomia politica, commerciale e culturale dagli stessi Stati Uniti.  

Il 6 marzo, i leader dell’Unione Europea si riuniranno per discutere il futuro della difesa europea. La priorità sarà passare dalle parole ai fatti, evitando di produrre un ennesimo documento senza conseguenze concrete. Tra le raccomandazioni principali vi è quella di pensare anche agli scenari più impensabili, compresa l’eventualità di dover affrontare un’America non più alleata o addirittura ostile su alcuni fronti.  

La sfida principale per l’Europa sarà quindi costruire una capacità di difesa autonoma senza rinunciare al legame transatlantico, ma preparandosi anche a un futuro in cui tale legame potrebbe non essere più garantito.

.