Antimaka s.f.: nome immaginario composto da anti (contro) e mache (battaglia). Evoca una figura mitologica che ripudia la guerra, lottando per la pace e la giustizia.

Stati Uniti

Dalla democrazia al disastro: Trump e Netanyahu, fratelli nella deriva autoritaria

Thomas Friedman denuncia nel New York Times la pericolosa convergenza tra Donald Trump e Benjamin Netanyahu, accusati di sabotare le democrazie americana e israeliana dall’interno. Attraverso la delegittimazione delle istituzioni, il culto della personalità e l’abuso dell’antisemitismo, entrambi minano i valori fondativi dei loro Paesi. Ma Friedman trova speranza nella resistenza della società civile israeliana, e lancia un appello: fermare la deriva autoritaria è la sfida cruciale del nostro tempo.

La guerra dei dazi, spiegata in politica

L’articolo compara il protezionismo classico americano con quello contemporaneo di Donald Trump, evidenziando profonde discontinuità storiche, politiche e istituzionali. Alla fine dell’Ottocento i dazi favorirono lo sviluppo della giovane industria americana e alimentarono un dibattito acceso, ma pienamente inscritto nel contesto costituzionale e parlamentare. Oggi la “guerra dei dazi” nasce dall’insicurezza economica e dal declino industriale, con una polarizzazione politica centrata sulla figura del presidente e in uno scenario di squilibrio istituzionale. Il protezionismo trumpiano segna una svolta verso la personalizzazione del potere esecutivo e l’uso punitivo del commercio. Strumenti emergenziali, retorica sovranista e azioni unilaterali ridefiniscono il ruolo presidenziale, delineando un nuovo paradigma che sfida le regole multilaterali e le architetture liberali della governance democratica.

Lo stato di diritto in bilico e l’ombra dell’autoritarismo

L’amministrazione Trump - scrive Stefania Palma sul Financial Times - sfida apertamente il potere giudiziario, sollevando il rischio di una crisi costituzionale. Il Chief Justice John Roberts ha criticato il presidente per le sue minacce ai giudici, mentre la Casa Bianca continua a ignorare sentenze scomode su immigrazione e diritti civili. Trump e i suoi alleati sostengono che i giudici non dovrebbero limitare l’azione dell’esecutivo, sollevando dubbi sul futuro dello stato di diritto. L’assenza di strumenti efficaci per obbligare il presidente al rispetto delle leggi potrebbe minare le fondamenta della democrazia americana, portando il paese verso un pericoloso declino istituzionale

Trump-Putin: Il Ritorno della Diplomazia Brutale

La telefonata tra Donald Trump e Vladimir Putin - scrive Domenico Quirico su La Stampa - riecheggia momenti storici come il dialogo tra Churchill e Roosevelt nel 1941. In un mondo scosso dalla guerra in Ucraina, i due leader si confrontano direttamente, lasciando l’Europa spettatrice impotente. Trump, con la sua diplomazia diretta e brutale, si scontra con l’astuzia strategica di Putin. Dietro la conversazione si delineano accordi taciti e giochi di potere che potrebbero ridisegnare gli equilibri globali, mentre la guerra avanza sul campo. Il mondo assiste, conclude Quirico, consapevole che dalle decisioni di questi due uomini dipenderanno le sorti dell’Ucraina e dell’intero equilibrio geopolitico.

Difesa comune e sostegno all’Ucraina: una scelta necessaria per l’Europa

Secondo Francesco Giavazzi - che esprime la posizione mainstream su il Corriere della Sera - l’invasione russa dell’Ucraina ha reso evidente la necessità di un impegno europeo per la sicurezza comune. Considerato il possibile disimpegno degli Stati Uniti dalla NATO, l’UE deve dunque dotarsi di una difesa autonoma. Il problema non sono le risorse economiche, ma l’integrazione dei sistemi nazionali. Il piano Safe della Commissione Europea è, secondo Giavazzi, un passo avanti, ma insufficiente. Una scelta chiara su difesa e Ucraina obbligherebbe i partiti a schierarsi sui valori fondanti dell’Unione, superando ambiguità politiche.

La crisi della salute globale: dagli aiuti interrotti in Africa alla ricerca in pericolo

In Mozambico, l'associazione Kuplumussana aiuta le donne a comprendere che l'HIV si può curare e prevenire. Tuttavia, la sospensione dei finanziamenti USAID da parte degli Stati Uniti - scrive Alberto Mantovani sul Corriere della Sera - mette a rischio migliaia di vite, negando l'accesso alle terapie antivirali. Il blocco non solo impatta l'Africa, ma minaccia anche la ricerca scientifica globale, con tagli ai finanziamenti e licenziamenti negli istituti di ricerca americani. L'Europa deve agire per colmare queste lacune e proteggere la salute pubblica mondiale.

L’industria bellica USA guadagna mentre l’UE si riarma: strategie e interessi in gioco

L’Unione Europea - scrive Luca Liverani in un articolo inchiesta realizzato per l'Avvenire - accelera il riarmo, aumentando gli investimenti militari, ma la maggior parte delle armi proviene dagli Stati Uniti, favorendo l’industria bellica americana. Mentre l’Europa discute sulla creazione di un’industria della difesa più autonoma, persistono dipendenze strategiche e interessi economici che avvantaggiano Washington. Il dibattito tra sicurezza, autonomia e affari militari resta aperto.

Tesla avverte Trump: i dazi minacciano la competitività dell’industria americana

La casa automobilistica Tesla ha inviato una lettera all’amministrazione Trump avvertendo che le politiche tariffarie statunitensi potrebbero danneggiare la produzione di veicoli elettrici negli USA. L’azienda sottolinea che alcuni componenti essenziali non sono reperibili sul mercato interno e che l’imposizione di dazi aumenterebbe i costi e il rischio di ritorsioni commerciali. Tesla chiede un approccio più equilibrato per evitare di compromettere la competitività americana, evidenziando le sfide di una catena di fornitura globale sempre più interconnessa.

Nichilismo e Gen Z: Crescere negli USA alla fine degli USA

La Gen Z americana - scrive Stephen Amidon su Domani - è la prima generazione a non credere nell’eccezionalismo nazionale. Cresciuta tra crisi globali, disillusione politica e trasformazioni tecnologiche, rifiuta l’idea che l’America sia una nazione speciale. Perfino i giovani sostenitori di Trump esprimono un nichilismo senza precedenti. A differenza delle generazioni passate, non cercano risposte nella storia. Forse, però, tagliare i ponti con il passato è l’unico modo per immaginare un futuro diverso in un Paese che sembra al tramonto.

USA. Un errore strategico trascurare il soft power e il consenso internazionale

Il potere non è fatto solo di armi ed economia, ma anche della capacità di attrarre e influenzare: è il soft power, che ha spesso determinato il corso della storia più della forza bruta. Joseph Nye - sul Financial Times - analizza il declino del soft power americano sotto Donald Trump, il cui approccio transazionale ha minato valori democratici e alleanze storiche. Mentre la Cina cerca di accrescere la propria influenza globale combinando sviluppo economico e cultura, le divisioni interne e l’erosione delle istituzioni rischiano di compromettere l'attrattiva degli Stati Uniti. Tuttavia, la resilienza democratica americana potrebbe ancora riscrivere la storia.

Il realismo necessario: Zelensky e il cambio di rotta sulla pace in Ucraina

L’Ucraina sembra adottare un'approccio più realistico: dopo tre anni di guerra abbandona l’idea di una “pace giusta”, intesa come sconfitta totale della Russia, per perseguire una “pace duratura” basata su tregue progressive. Zelensky prende atto della debolezza dell’Europa e della necessità di riaprire il dialogo con gli Stati Uniti e la Russia. Il cambio di strategia riflette l’impotenza euro-atlantica e il ritorno a una diplomazia pragmatica, mentre l’Occidente sposta la sua attenzione su nuove sfide geopolitiche, in particolare la Cina.

Trump e la comunicazione del caos: come resistere alla sua strategia mediatica

Donald Trump domina il discorso pubblico con una comunicazione caotica e provocatoria, volta a destabilizzare l'opinione pubblica e normalizzare l’angoscia. Il professor Mario Morcellini analizza il fenomeno, evidenziando come il presidente Usa sfrutti le debolezze della comunicazione per manipolare la percezione collettiva. La soluzione? Evitare di cadere nella sua “bolla” comunicativa e preservare una riflessione articolata, lontana dal rumore mediatico.

Europa senza America? L’alleanza atlantica tra incertezze e nuovi equilibri

L’Europa si trova di fronte a un possibile ridimensionamento dell’impegno americano nella NATO, soprattutto in caso di una presidenza Trump. La sicurezza del continente potrebbe diventare una responsabilità esclusivamente europea, mentre un accordo tra Trump e Putin potrebbe mettere a rischio l’equilibrio geopolitico. I leader europei devono prepararsi a scenari impensabili, incluso un possibile scontro di interessi con Washington. Il vertice UE del 6 marzo sarà cruciale per definire una strategia.

Trump, la fedeltà al capo e l'eclissi della democrazia

John Bolton accusa Trump di esigere dai suoi collaboratori una “fedeltà personale” che ricorda i giuramenti vassallatici, lanciando un monito su come la democrazia possa gradualmente scivolare verso una deriva autoritaria “fino a quando non è troppo tardi per invertire la rotta". Uno spunto provocatorio che invita ad esplorare il rapporto tra autoritarismo contemporaneo e fedeltà al capo.

La fine delle illusioni democratiche e la reazione trumpiana

The Atlantic pubblica un’analisi incisiva sulle dinamiche politiche dietro la rielezione di Donald Trump e le sfide del Partito Democratico. L’articolo evidenzia le debolezze strategiche dei Democratici e il successo della “Reazione Trumpiana” come risposta al malcontento economico e culturale. Per affrontare un elettorato sempre più complesso, i Democratici devono riconoscere i cambiamenti strutturali della società e adattare la propria strategia.

Cosa sta cambiando nel modo in cui gli Stati Uniti pianificano le guerre

Raphael S. Cohen, direttore dello Strategy and Doctrine Program presso la Rand Corporation, spiega su Foreign Policy il cambio di paradigma nel panorama geopolitico globale. Nonostante le pretese di disengagement della retorica “America First”, il rischio che alcuni conflitti regionali si trasformino in una crisi globale è altissimo. Affrontarlo richiederà un’espansione significativa delle capacità militari americane e una più robusta concertazione con gli alleati europei.

Trump. La vittoria del 'Grande Sovvertitore'

Il paradosso americano: un ricco che riesce a mobilitare le fasce meno agiate promettendo di rovesciare il potere delle èlite. Questo populismo sovversivo ha vinto con il sostegno di un capitalismo che privilegia l'agilità del potere sulle "regole".