Secondo Mario Giri, su Domani, il vecchio continente ha imparato dalla storia che la pace è il suo principale interesse. Tuttavia, negli ultimi tre anni, è stata travolta da un’ondata di nazionalismo e bellicismo, con alcuni paesi dell’Est europeo (Polonia, nordici e baltici) che hanno spinto per una politica di punizione nei confronti della Russia. Questo atteggiamento ha oscurato la tradizionale strategia multilaterale europea, portando a divisioni interne e a una crescente conflittualità internazionale.
Dal punto di vista economico, l’Europa affronta la competizione globale, soprattutto con gli Stati Uniti, che hanno sempre imposto dazi sui prodotti europei quando necessario, dimostrando che il blocco occidentale non è mai stato un vero mercato unico. La Brexit è stata un’ulteriore dimostrazione di queste tensioni commerciali.
Oggi, il mercato unico europeo è visto come un problema sia dagli USA che dalla Cina, poiché troppo grande per essere ignorato. Questo porta l’Europa sotto attacco, ma, paradossalmente, il commercio rappresenta anche la sua principale arma di difesa, poiché su questo terreno ha un vantaggio competitivo rispetto alle altre potenze.
Sul fronte geopolitico, Stati Uniti, Russia e Cina stanno cercando un nuovo equilibrio globale. La Russia vuole ripristinare il proprio status passato, mentre la Cina desidera essere accettata come una grande potenza senza ripetere l’isolamento dell’URSS. Fino a quando questi tre attori non troveranno un’intesa strategica, la stabilità mondiale rimarrà precaria. L’Europa, con il suo grande mercato e il suo peso economico, rappresenta un elemento chiave in questo scenario, ma rischia di essere trattata come un semplice terreno di conquista piuttosto che come un vero attore politico.
Tuttavia, gli europei non sono facili da manovrare: pur essendo spesso divisi sulle strategie militari ed energetiche, restano maestri nella tattica diplomatica e hanno una lunga esperienza nel bilanciare le potenze globali. Per questo motivo, l’Europa deve riprendere l’iniziativa, resistendo alle pressioni commerciali ma negoziando su altri fronti. Un’opzione potrebbe essere il rilancio di un G9 o G10, includendo Russia, Cina e India, per proporre un nuovo assetto globale e impedire l’isolamento dell’UE.
Il futuro dell’Europa dipende dalla sua capacità di riaffermarsi come regolatore globale, promuovendo stabilità e inclusione. Se non riuscirà a farlo, rischierà di essere marginalizzata dai nuovi imperi, rimanendo un attore passivo nelle dinamiche mondiali.