Perché un nuovo magazine? E perché chiamarlo Antìmaka? La radice di questo nome immaginario risale al greco antico: anti (contro) e máchē (battaglia). Evoca l’immagine di una divinità mitologica che “ripudia la guerra” e combatte per la pace e la giustizia. In altre parole, abbiamo personalizzato un concetto per rappresentare l’antitesi a ogni forma di violenza e di ingiustizia, una prospettiva di pace a trecentosessanta gradi. Questo vuole essere Antìmaka: un luogo d’ incontro e uno strumento di riflessione contro tutte le logiche di guerra.
Mai come oggi la pace ha diverse facce, diversi corpi. I corpi dei soldati in guerra, come quelli dei civili, vittime innocenti sempre più numerose. I corpi dei figli di chi ha trasformato la religione in vendetta e li ha mandati a morire, e di tutti quelli che credono di combattere una “guerra giusta”. Ma anche i corpi dei migranti, rifiutati o sfruttati, e di chi non riesce nemmeno a emigrare e rimane intrappolato in aree povere, dilaniate da faide o violentate dai cambiamenti climatici. Ancora, i corpi—sì, sempre corpi, impariamo a pensarli nella loro fisicità—delle donne, laddove sono private di libertà e dignità, ma anche di quelle che, in tutto il mondo, sono vittime di discriminazioni, violenze, femminicidi. La pace ha il volto e il corpo di tutti coloro che subiscono ingiustizie sociali di ogni tipo: dalla povertà alla salute negata, da un’istruzione trascurata al lavoro precario e sottopagato, all'ambiente devastato. E poi i corpi di chi è morto di mafia o sul lavoro, e quelli di chi non si accorge di essere ingannato mentre politica e media preparano il “popolo” a nuovi venti di guerra… Sono tutti corpi a rischio, corpi "non garantiti”.
Insistiamo sulla parola “corpi” perché l’assenza di pace tocca fisicamente la nostra umanità e il pianeta che ci ospita. Non c’è niente di più concreto, fisico appunto. La pace come noi l’intendiamo non è un concetto astratto: è un modo di vivere, una costruzione quotidiana che richiede a tutti di ricordare, prima di ogni altra cosa, le conseguenze di atteggiamenti che allontanano dal bene comune.
Questo magazine vuole parlare e far parlare di pace in quest’ottica, ampliando lo sguardo ed esplorando possibili soluzioni, perché di guerre ce ne sono più di una, e si possono combattere in tanti modi.
Il tema della Pace è affrontato con toni straordinariamente concreti da Papa Francesco, ogni giorno, in modo laico oltre che religioso. Per questo riteniamo che sia rimasto l’unico leader mondiale credibile nella lotta contro guerre, ingiustizie e povertà. E per questo Antìmaka, un magazine di ispirazione laica, considera il dialogo con la cultura cattolica una scelta irrinunciabile.
Su Antìmaka troverete riflessioni e interventi, interviste e consigli di lettura, notizie e appuntamenti dal variegato mondo che lotta per la pace, ma anche sintesi di articoli scelti dalla stampa di tutto il mondo. Questo della rassegna stampa internazionale — che vi aiuterà a conoscere pensieri e punti di vista altrimenti “coperti da copyright” — sarà un servizio centrale di Antìmaka e ne faremo anche un podcast. Sarà un progetto multimediale a tutto tondo, con contenuti anche video prodotti da noi o selezionati dalla rete e riproposti per voi. E sì, ci faremo aiutare dall’Intelligenza Artificiale, perché, se usata correttamente, non genera mostri, ma nuove opportunità per capire, approfondire e comunicare. Alcuni di voi saranno scettici su questo: ma seguiteci, e giudicherete voi stessi.
Vogliamo creare, insieme, una rete di confronto costruttivo contro le logiche della guerra, una rete fatta di nodi diversi, dando voce a chi pensa, a chi agisce, a chi sta ancora solo a guardare. Per questo Antìmaka offrirà un luogo d’incontro a tutte le persone, le associazioni e le organizzazioni che — già attive sui loro territori o a livello nazionale — condividano l’urgenza di operare per gli stessi scopi.
Infine, ma non da ultimo, Antìmaka vuole essere anche la voce del costituendo Forum per la pace e la giustizia, un’associazione che nasce a Napoli e punta a promuovere un dialogo permanente sulla pace tra realtà diverse, radicali e moderate, laiche e religiose, nella convinzione che solo dalla loro collaborazione culturale, politica e organizzativa possa nascere l’impegno necessario per raggiungere gli obiettivi comuni di pace, giustizia e solidarietà.
Immagine: ‘WAR PEACE’ particolare di un murales di Jorit in una scuola di Salerno - dal suo Instagram.