Antimaka s.f.: nome immaginario composto da anti (contro) e mache (battaglia). Evoca una figura mitologica che ripudia la guerra, lottando per la pace e la giustizia.

La National Security Strategy americana: la pancia di Trump e il cervello di Vance

cowboys playing pocker
Incentivare gli scambi da una posizione di forza e ricatto, infischiarsene di diritti umani e stato di diritto, riprendersi il cortile di casa, favorire l'ascesa di forze politiche che condividano la xenofobia e il dipregio per le regole. Questa in sintesi la filosofia della National Security Strategy dell'amministrazione Trump. Certo, la NSS è un documento che in teoria dovrebbe ispirare ma che di fatto è una certificazione di quanto si fa o anche una montagna di chiacchiere inutili perché le crisi sono quelle che generano risposte ed azioni e quelle non le decidi prima. Quel che è interessante del documento è che mette per iscritto ciò a cui abbiamo assistito nel 2025.

Per certi aspetti mi pare si possa dire che la NSS resa pubblica il 5 dicembre sia la somma della pancia di Trump con il cervello di Vance e dei suoi sponsor ultramiliardari. C'è la brama di guadagnare segnalata ovunque dalla sottolineatura che gli USA non vogliono spiegare agli altri come si mette in ordine la propria casa, un'attitudine molto simile alla Cina, mi pare, che implica che bin Salman, Netanyahu, i presidenti corrotti di paesi africani dal ricco sottosuolo verranno lasciati in pace se garantiranno alle multinazionali americane cospicui contratti da parte del settore pubblico. Non investimenti e rischio, ma contratti pubblici redditizi e senza rischi (o concessioni per l'estrazione di metalli preziosi, terre rare, petrolio). E questo è Trump.

Poi c'è la voglia di spingere un'ideologia (chiamiamola così), che ammicca alla teoria della grande sostituzione, spiega che l'Occidente è quella cosa in cui tutti hanno la pelle rosa e pregano un solo dio e che chiede meno regole per le multinazionali americane (X è appena stata amultata e Musk sta facendo il diavolo a quattro rilanciando la parte europea della NSA e dicendo che l'UE va smantellata). C'è anche l'attacco alle elite globaliste, che naturalmente coincidono con i democratici e non con i padroni di multinazionali che fanno affari nel mondo grazie all'assenza di regole per il commercio. E questi sono Vance, Thiel e compagnia.

In Europa i titoli sono stati tutti sull'Europa, il che è comprensibile vista la situazione in Ucraina e i legami politico commerciali che legano tutti i paesi dell'Unione agli Stati Uniti. Qui pure c'è per iscritto quel che Trump (e Vance a Monaco) avevano già lasciato intendere. Difficile capire come la leadership europea possa continuare a farsi prendere a calci in questa maniera e porgere costantemente l'altra guancia, scegliendo, ad esempio, non solo di spendere più in difesa ma usando quei soldi per comprare sistemi d'arma americani.

Interessante il passaggio sull'India pubblicato nel giorno in cui Narendra Modi incontra Putin. Gli USA vogliono usare l'India in funzione anti-cinese e se ne infischiano se Dehli compra gas e fa affari con Mosca. Dopodiché è interessante segnalare come l'India flirti con Mosca in funzione anti cinese mentre Mosca ha il sostegno cinese sull'Ucraina. Insomma tutti giocano a poker con tutti, in alleanze spurie e sempre e solo in funzione anti. Non un bell'ordine mondiale.

Infine c'è la volontà esplicitata di riappropiarsi dell'America Latina. Anche questa la avevamo già vista: partnership con Bukele, prestiti a Milei, pressioni sul voto honduregno, dazi al Brasile in difesa di Bolsonaro, attacchi al Venezuela. Non è il piano Condor, ma se un Milei o un Kast (il probabile prossimo presidente cileno) forzassero la mano, non credo che Washington chiederebbe una riunione del Consiglio di sicurezza. L'altro aspetto che la NSA ribadisce - e che abbiamo già visto con la chiusura di USAID e il taglio di fondi ONU - è che il multilateralismo e le sue istituzioni sovranazionali hanno stufato.

Attenzione, le precedenti NSS avevano un'ispirazione wilsoniana che era multilateralista ma assegnava agli USA il mandato di portare democrazia e diritti umani (e mercato) ai quattro angoli del pianeta. Sulla base di quella idea sono state fatte porcherie immani – oppure a seconda della bisogna, quella ispirazione si è messa bellamente da parte o la si è torta in forme improbabili. L'Iraq e anche l'atteggiamento bipolare di Biden nei confronti di Ucraina e Gaza ne sono l'esempio lampante.

Nel complesso il documento è mediocre e brutto politicamente, ma la cosa interessante è questo legame tra la proiezione (commerciale) nel mondo e la situazione interna (rilanciare l'industria, riequilibrare il deficit commerciale) che è un po' il contrario di certe idee dei democratici del 2020: all'epoca Sullivan scriveva "rimettere le cose a posto in casa per poi poter parlare al mondo". Biden e Obama prima di lui non hanno rimesso la casa a posto e hanno faticato a parlare al mondo. Trump mette da parte ogni categoria "morale" e ci spiega che l'America viene prima e che se non ti sta bene aiuterà i tuoi avversari politici che, poi, gli saranno debitori.


Immagine: “Cowboys playing poker”. Da goodfon.com (creative commons).