I media svolgono un ruolo cruciale nel modellare la percezione dei conflitti, e il linguaggio utilizzato è uno strumento potente per costruire narrazioni e influenzare l'opinione pubblica. Uno studio recente di due esperti di comunicazioni di massa ha analizzato le strategie linguistiche adottate da Reuters e TASS nella loro copertura della guerra Russia-Ucraina, rivelando come ciascuna agenzia rifletta prospettive ideologiche contrastanti.
TASS definisce il conflitto una "operazione militare speciale," enfatizzando la narrativa russa e riducendo l’impatto emotivo delle azioni militari. Questa scelta lessicale legittima implicitamente l’intervento, escludendo prospettive alternative. Al contrario, Reuters descrive la situazione come un'invasione su larga scala, sottolineando crimini di guerra e il dramma umano dal punto di vista ucraino. Le discrepanze nei dati, come il numero delle vittime e il controllo territoriale, evidenziano ulteriormente la mancanza di obiettività e la tendenza a rafforzare narrazioni geopoliticamente orientate.
L'impatto del linguaggio va oltre il semplice racconto. Parole come “liberazione” o “occupazione” evocano emozioni forti e orientano il pubblico verso giudizi morali e politici specifici. Inoltre, la ripetizione di temi chiave nei social media amplifica tali narrazioni, creando “bolle di eco” che polarizzano ulteriormente il dibattito. L’assenza di verifiche indipendenti in entrambi i casi rafforza l’impressione di un’informazione strumentale.
Questa divergenza riflette le più ampie dinamiche di potere globale, dove il linguaggio mediatico diventa un’arma strategica. TASS promuove gli interessi del Cremlino, mentre Reuters sostiene la posizione occidentale e consolida il supporto internazionale all'Ucraina. Questo dualismo linguistico non solo influenza il modo in cui il conflitto è percepito ma guida anche le risposte politiche e diplomatiche a livello internazionale.
Lo studio sottolinea come la costruzione linguistica nei media non sia mai neutrale. Per garantire una narrazione più equilibrata e informata, è essenziale promuovere pratiche giornalistiche che includano una maggiore verifica delle fonti e l’integrazione di voci diverse. Il potere del linguaggio resta un elemento cardine nella comprensione e nell'azione nei confronti dei conflitti globali.