Antimaka s.f.: nome immaginario composto da anti (contro) e mache (battaglia). Evoca una figura mitologica che ripudia la guerra, lottando per la pace e la giustizia.

Per un’Europa federale. Riprendere il sogno di Ventotene

Achille Occhetto - con un intervento su Repubblica - sostiene la necessità di un’Europa federale, denunciando il suo smarrimento di missione nel rispondere alle disuguaglianze della globalizzazione e alla guerra in Ucraina. Richiama il Manifesto di Ventotene come guida per costruire una nuova Europa basata su libertà, pace e giustizia sociale. Propone una strategia autonoma che superi il semplice riarmo e ponga l’UE al centro di un nuovo ordine mondiale multilaterale, capace di affrontare le sfide economiche, tecnologiche e geopolitiche con uno spirito solidale.

Achille Occhetto - con un intervento su Repubblica - aderisce all’appello lanciato da Michele Serra per un’Europa federale, (invito ai cittadini europei a scendere in piazza il 15 marzo per sostenere l'unità e la libertà dell'Europa) sottolineando la necessità di dichiarare apertamente motivazioni, speranze e preoccupazioni. 

La sua preoccupazione nasce dalla constatazione che l’Europa ha smarrito la sua missione nel mondo. Due momenti cruciali hanno segnato questo declino: il primo è stato l’incapacità di rispondere ai disagi causati dalla globalizzazione neoliberista, lasciando spazio all’ascesa del populismo; il secondo è stata la mancanza di un’autonomia strategica di fronte alla guerra di Putin in Ucraina.

La speranza di Occhetto è legata alla manifestazione del 15 marzo e al richiamo al Manifesto di Ventotene. L’idea di Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni non era solo un’utopia, ma un progetto concreto per un’Europa federale con una forza armata comune, un’economia integrata e istituzioni capaci di far rispettare le proprie decisioni senza annullare le autonomie nazionali. Questo sogno mirava a superare le disuguaglianze e i privilegi sociali, configurando una rivoluzione europea con una forte dimensione sociale e progressista.

Secondo Occhetto, riprendere oggi il sogno di Ventotene significa coniugare libertà, pace e giustizia sociale, superando la contrapposizione tra esigenze di difesa e valori da proteggere. Ciò richiede un riformismo transnazionale capace di affrontare questioni cruciali come i diritti civili e sociali, la delocalizzazione industriale, l’armonizzazione fiscale, la regolamentazione delle grandi corporation, e lo sviluppo coordinato delle tecnologie digitali, satellitari e dell’intelligenza artificiale.

L’Europa deve avere un’autonomia strategica che le permetta di contribuire a un nuovo ordine mondiale, basato sulla sicurezza comune e una governance multilaterale rinnovata. Occhetto sottolinea che la manifestazione del 15 marzo nasce prima della proposta di riarmo di Ursula von der Leyen e ha come obiettivo la costruzione politica dell’Europa, un tema che dovrebbe unire tutti i sinceri europeisti.

Critica il fatto che, nella recente riunione del Consiglio europeo, queste tematiche siano state ignorate. Non si può giustificare l’inerzia politica con la difficoltà di realizzare un esercito europeo o altre riforme necessarie. Anche solo evocare il sogno di Ventotene è, secondo Occhetto, la più potente arma politica e morale che l’Europa può opporre all’attuale disordine mondiale.

La sua conclusione è un invito all’azione: il momento di agire è adesso, perché il futuro dell’Europa dipende dalla capacità di riprendere in mano il suo destino e riaffermare la sua missione storica.

 

Foto: Ernesto Rossi con Altiero Spinelli e Luigi Rinaudi a Ventotene