Antimaka s.f.: nome immaginario composto da anti (contro) e mache (battaglia). Evoca una figura mitologica che ripudia la guerra, lottando per la pace e la giustizia.

La fine delle illusioni democratiche e la reazione trumpiana

The Atlantic
The Atlantic pubblica un’analisi incisiva sulle dinamiche politiche dietro la rielezione di Donald Trump e le sfide del Partito Democratico. L’articolo evidenzia le debolezze strategiche dei Democratici e il successo della “Reazione Trumpiana” come risposta al malcontento economico e culturale. Per affrontare un elettorato sempre più complesso, i Democratici devono riconoscere i cambiamenti strutturali della società e adattare la propria strategia.

George Packer, nell’articolo The End of Democratic Delusions pubblicato sul mensile progressista The Atlantic, interpreta la rielezione di Donald Trump nel 2024 come un momento cruciale per la politica americana, identificandola come la “Reazione Trumpiana”. L’autore sostiene che il fenomeno Trump non sia un’anomalia temporanea ma una risposta sistemica ai cambiamenti culturali, economici e demografici che hanno trasformato gli Stati Uniti negli ultimi cinquant’anni. La sua analisi si concentra su due errori fondamentali che hanno condizionato la strategia politica del Partito Democratico: l’illusione demografica e il maggioritarismo.

La “Reazione Trumpiana”: una risposta ai cambiamenti della società americana

La rielezione di Trump rappresenta, secondo Packer, una reazione profonda a processi come globalizzazione, deindustrializzazione e trasformazione demografica. Questi cambiamenti hanno generato disuguaglianze economiche e culturali che hanno alimentato un senso diffuso di alienazione tra ampi segmenti della popolazione americana, in particolare nella classe lavoratrice.

Trump ha saputo incanalare questo malcontento in un progetto politico che promette di ridare potere ai “veri americani”, opponendosi alle élite politiche, culturali ed economiche percepite come distanti. Packer colloca Trump in un contesto storico più ampio, vedendolo come il simbolo di una reazione contro l’emarginazione socioeconomica e culturale di una parte consistente dell’elettorato.

L’illusione demografica: il limite di un approccio deterministico

Packer dedica una parte significativa del suo articolo alla critica di quella che definisce “illusione demografica.” Per anni, i Democratici hanno creduto che il crescente peso delle minoranze etniche nella popolazione americana avrebbe garantito loro un vantaggio elettorale strutturale. Tuttavia, l’elezione del 2024 ha dimostrato che questa convinzione era errata. Trump è riuscito a ottenere quasi la metà del voto latino e un quarto del voto degli uomini afroamericani, dimostrando che il sostegno politico non si basa esclusivamente sull’identità etnica.

Packer spiega che la politica identitaria, a lungo promossa dai Democratici, non ha tenuto conto delle esigenze materiali e delle preoccupazioni economiche di queste comunità. Trump ha capitalizzato sul malcontento sociale, costruendo un messaggio inclusivo nel suo carattere anti-establishment, capace di attrarre una coalizione  multietnica e multirazziale. Questa coalizione si è formata non tanto per affinità culturale quanto per un comune senso di frustrazione nei confronti delle istituzioni e delle élite.

Il maggioritarismo: una visione istituzionale inadeguata

Un altro pilastro della critica di Packer è il concetto di maggioritarismo, che lui definisce come la convinzione che il sistema politico americano debba essere riformato per riflettere la volontà della maggioranza. I Democratici, secondo Packer, hanno sostenuto che istituzioni come il Collegio Elettorale e il Senato siano strutturate per favorire una minoranza conservatrice a scapito della maggioranza progressista.

Packer argomenta che questa visione ignora la percezione, diffusa tra molti elettori, che siano proprio le élite progressiste a tradire la democrazia. Trump ha sfruttato questa narrazione per presentarsi come il difensore della “vera” volontà popolare contro le istituzioni dominate da élite lontane dai problemi quotidiani dei cittadini comuni. Questo approccio ha permesso a Trump di consolidare il sostegno di elettori che si sentono traditi dal sistema istituzionale, indipendentemente dalla loro posizione politica o appartenenza etnica.

La coalizione multietnica: un nuovo fenomeno politico

Un aspetto innovativo dell’analisi di Packer è la descrizione della coalizione multietnica che ha sostenuto Trump. Questa coalizione non si basa sulle tradizionali divisioni etniche e razziali, ma su un sentimento condiviso di alienazione e insoddisfazione nei confronti delle élite. Packer evidenzia come Trump abbia costruito un messaggio politico capace di unire elettori di diversa estrazione sociale ed etnica attorno a temi come il ritorno al controllo nazionale, il protezionismo economico e il rifiuto della cultura progressista e 'politically correct' percepita come oppressiva.

Questo fenomeno rappresenta una sfida per i Democratici, che hanno spesso fatto affidamento su narrative identitarie per mobilitare gli elettori. La capacità di Trump di attrarre il sostegno di elettori latini e afroamericani dimostra che le preoccupazioni economiche e culturali possono superare le tradizionali barriere etniche nella definizione delle alleanze politiche.

Le implicazioni per il Partito Democratico

Packer riflette sulle lezioni che i Democratici dovrebbero trarre dalla rielezione di Trump. Egli sostiene che il partito deve abbandonare le illusioni demografiche e maggioritarie e concentrarsi su un’agenda che affronti direttamente le preoccupazioni materiali e culturali della classe lavoratrice americana. Questo richiede un cambiamento di strategia: anziché puntare esclusivamente su riforme istituzionali o politiche identitarie, i Democratici dovrebbero costruire un messaggio politico più ampio, capace di riconnettersi con gli elettori alienati.

Secondo Packer, ciò significa abbracciare un approccio più inclusivo, che tenga conto delle disuguaglianze economiche e delle ansie culturali che stanno trasformando l’elettorato americano. Solo attraverso un’analisi onesta delle proprie debolezze e un cambiamento nella strategia, i Democratici possono sperare di contrastare l’influenza di Trump e di riacquistare il sostegno di una base elettorale ampia e diversificata.
 

Immagine: Ben Hickey su The Atlantic