Da quidici anni, “Executive Unbound: After the Madisonian Republic” di Eric Posner e Adrian Vermeule (Oxford University Press, 2010) continua a suscitare intensi dibattiti sui limiti del potere esecutivo nelle democrazie moderne. Oggi, con la rielezione di Donald Trump alla Presidenza, quel dibattito appare di straordinaria attualità. La nuova Amministrazione statunitense, sorretta da un forte consenso popolare, promette di essere non solo “svincolata”, ma a tutti gli effetti effetti “scatenata”.
La necessità di un esecutivo 'svincolato'
La tesi fondamentale del libro è che, per rispondere efficacemente a sfide globali come il terrorismo e le crisi economiche, l’esecutivo debba agire senza i vincoli della separazione dei poteri, operando con una libertà legittimata dal consenso popolare, non dal rispetto di limiti costituzionali formali. Per molti critici, tuttavia, questa visione rischia di aprire la strada ad abusi di potere e di minare i principi democratici.
Posner e Vermeule sostengono che l’idea di un esecutivo rigido e controllato sia inadeguata per affrontare crisi contemporanee. I meccanismi costituzionali che separano i poteri, concepiti da James Madison, sarebbero ormai veri e propri ostacoli alla governabilità; l’esecutivo deve potersi muovere senza interferenze, mantenendo il consenso dei cittadini come unico vero freno. Nella loro prospettiva, il contesto sociale e il supporto dell’opinione pubblica rappresentano un limite sufficiente al potere del presidente, permettendogli di agire in modo rapido ed efficace nelle emergenze.
Il pericolo autoritario di un esecutivo “scatenato” sorretto dal consenso popolare
Molti studiosi vedono il modello proposto come un pericolo per la democrazia, temendo che, in assenza di vincoli effettivi, un esecutivo “senza freni” possa abusare del proprio potere, soprattutto in situazioni di crisi. La concentrazione di autorità in una singola figura ridurrebbe il ruolo di Parlamento e magistratura, mettendo a rischio il sistema di checks and balances su cui si fonda la democrazia liberale.
Una delle critiche principali riguarda l’idea che il consenso popolare sia un limite sufficiente: in situazioni critiche, infatti, il pubblico tende ad appoggiare misure anche drastiche che, in condizioni normali, apparirebbero eccessive. Dopo gli attentati dell’11 settembre, ad esempio, il supporto per misure come la sorveglianza e la detenzione preventiva ha evidenziato che, in nome della sicurezza, l’opinione pubblica può facilmente accettare azioni autoritarie.
Oltre la democrazia liberale: necessità o rischio?
Posner e Vermeule mettono in dubbio l'attualità del modello madisoniano di separazione dei poteri, sostenendo che esso sia inadatto alla politica moderna, in un mondo interconnesso e globalizzato. Secondo loro, la centralità dell’esecutivo rappresenta una risposta efficace alle crisi attuali. I critici, però, temono che eliminare la separazione dei poteri porti verso una forma di governo presidenziale senza controlli, con il rischio di una deriva autoritaria.
Per i detrattori, la separazione dei poteri resta fondamentale per garantire una tutela contro l’arbitrio dell’esecutivo. La sfida è tra chi ritiene che il rafforzamento del potere esecutivo sia necessario per le emergenze globali e chi lo vede come una minaccia alla democrazia.
Il ruolo della magistratura: controllo o minimalismo?
Posner e Vermeule sostengono che anche la magistratura debba limitare il proprio ruolo di controllo, soprattutto in ambiti come la sicurezza nazionale o la gestione delle crisi economiche. Secondo loro, i tribunali già tendono a deferire al presidente in contesti di emergenza, riconoscendo la necessità di agire rapidamente. Gli autori vedono il giudiziario come un elemento di stabilità che dovrebbe intervenire solo in caso di violazioni palesi, lasciando all’esecutivo la libertà di agire.
Per i critici, questa visione cede troppo al potere esecutivo. La magistratura, sostengono, deve difendere i diritti di tutti i cittadini, soprattutto quando il governo minaccia le libertà individuali. Ridurre il controllo giudiziario è considerato un indebolimento dell'architettura liberal-democratica.
Una soluzione o una minaccia?
In conclusione, Executive Unbound offre una visione radicale del potere esecutivo, proponendo di superare i limiti costituzionali tradizionali per rispondere a un mondo in costante crisi. Posner e Vermeule vedono la centralità dell’esecutivo come una risposta pragmatica, affidando il controllo al consenso popolare. Le critiche, però, sollevano preoccupazioni su possibili abusi e minacce ai diritti civili, che potrebbero portare a una democrazia meramente formale: una "tirannia della maggioranza".
La proposta di Posner e Vermeule costringe a riflettere su come le democrazie moderne possano fronteggiare le sfide globali senza sacrificare i principi fondamentali. Da un lato, rafforzare l’esecutivo potrebbe consentire risposte rapide ed efficaci; dall’altro, potrebbe trasformare la democrazia in un sistema più vulnerabile agli eccessi di un potere "scatenato". Il dibattito resta aperto: l’espansione del potere esecutivo rappresenta una soluzione o una minaccia per la democrazia?
Due recensioni critiche di "Executive Unbound" si trovano in:
— Richard H. Pildes, “Law and the President”, Harvard Law Review, Vol. 125:1, 2012.
— Benjamin Kleinerman, "The Executive Unbound by Eric A. Posner and Adrian Vermeule”, Lawfare, July 9, 2011.
— Julian Davis Mortenson, ”Law Matters, Even To The Executive”, Michigan Law Review. 112, No. 6 (2014): 1015-42.
Immagine: Elaborata con la collaborazione dell'Intelligenza Artificiale