Antimaka s.f.: nome immaginario composto da anti (contro) e mache (battaglia). Evoca una figura mitologica che ripudia la guerra, lottando per la pace e la giustizia.

Il tradimento del Sogno Americano: una riflessione sull'America di Trump 2

Donato Carrisi, sul Corriere della Sera, riflette sul tradimento del sogno americano, esplorando come i simboli di giustizia, libertà e democrazia, un tempo ammirati, siano ora svuotati di significato. Il pensiero di una cultura americana che sembrava autentica e universale viene messo in discussione, in un'era dominata dal cinismo e dall’indifferenza. E' quindi la fine di quello che è stato il soft power americano diffuso in tutto il mondo? Carrisi esprime delusione per la disillusione che ha travolto i suoi sogni generazionali. Denuncia il silenzio degli intellettuali e delle arti di fronte alla crescente manipolazione della realtà e alla prepotenza dei nuovi leader.

Donato Carrisi - sul Corriere della Sera -  apre la sua riflessione con un aneddoto personale.  Racconta che, mettendo a letto suo figlio, ha provato un disagio inaspettato vedendo il suo pupazzo di pezza raffiguarnte Topolino. Quello che una volta era simbolo di innocenza e purezza diventa da pochi giorni, agli occhi dell’autore, un piccolo mostro, minaccioso e ingannevole. Questa sensazione di tradimento si estende a tutti i simboli della cultura americana che Carrisi ha sempre ammirato, come i cartoni animati e i personaggi che hanno rappresentato i valori di libertà, giustizia e democrazia.

Carrisi ricorda come, fin da piccolo, sia stato imbevuto della cultura americana, un modello che promuoveva valori universali. Tuttavia, con l'avvento del populismo e la crescente retorica della politica di Trump e dei suoi sostenitori, questi ideali sembrano ora ridotti a un vuoto slogan. Il Sogno Americano, che per molti rappresentava un faro di speranza e giustizia, viene rinnegato e svuotato di ogni significato. L'autore si interroga se ora dobbiamo abbandonare tutto ciò che ci legava a quella cultura: i pupazzi, la musica, i film, o se dovremmo semplicemente cancellare tutto il nostro bagaglio culturale legato all'America.

Carrisi riflette sulla contraddizione dei valori promossi dall'America, che un tempo sembravano veri e profondi, ma che ora appaiono come un inganno. In una riflessione critica, l’autore si domanda se dobbiamo rifiutare questi simboli, ma si chiede anche se non sarebbe troppo simile a un atto di nostalgico revisionismo. La domanda diventa se riusciremo a separare la nostra ammirazione per quei valori da quello che oggi sembra essere un fallimento del sistema.

Il testo si sofferma anche sulla paradossale situazione politica e culturale che vede i bulli, che nelle serie TV subivano sempre una punizione, ora al potere. La verità sembra essere ribaltata: i principi di libertà e giustizia sono soppiantati dalla manipolazione della realtà, alimentata dall'intelligenza artificiale e dai social media. Carrisi denuncia anche come la politica americana sia ormai dominata da un cinismo diffuso e dalla prepotenza di chi occupa posizioni di potere, senza più nemmeno fingere di rispettare le regole della democrazia.

Il silenzio delle arti, che in passato sono state in grado di esprimere una visione alternativa e di lanciare messaggi forti contro l’oppressione, è un altro elemento che preoccupa l'autore. Carrisi si chiede perché, nonostante la vastità della platea degli Oscar e degli altri eventi culturali, nessuno prenda posizione contro la crescente intolleranza e manipolazione che permeano la politica. 
 

Foto: Comic. Strange Tales 114 (Marvel, 1963)