Antimaka s.f.: nome immaginario composto da anti (contro) e mache (battaglia). Evoca una figura mitologica che ripudia la guerra, lottando per la pace e la giustizia.

Gaza tra tregua fragile e disperazione

Dopo due anni di guerra, un cessate il fuoco precario offre solo un momentaneo sollievo alla popolazione di Gaza. Philippe Lazzarini, commissario generale dell’UNRWA, avverte che senza una forza internazionale di stabilizzazione, una governance locale efficiente e una soluzione politica duratura, la tregua rischia di essere solo l’anticamera di nuove tragedie.

Nel suo intervento pubblicato su la Repubblica , Philippe Lazzarini, commissario generale dell’UNRWA, descrive la drammatica situazione di Gaza dopo due anni di conflitto e l’avvio di un fragile cessate il fuoco, prima fase del piano in venti punti proposto dal presidente Trump. Nonostante la fine momentanea dei bombardamenti, la popolazione resta schiacciata da fame, mancanza di alloggi e carenza d’acqua potabile, mentre l’inverno si avvicina e il rischio di carestie e malattie aumenta.

Lazzarini sottolinea che il trauma collettivo — fisico e psicologico — è enorme, e che l’accesso ai servizi sanitari ed educativi è ancora molto limitato. Le Nazioni Unite, afferma, dispongono delle risorse per rispondere all’emergenza, ma necessitano di piena libertà operativa, senza restrizioni arbitrarie all’ingresso di aiuti e personale nella Striscia. Il commissario avverte che il cessate il fuoco non deve ridursi a una semplice sospensione delle ostilità: senza una prospettiva politica concreta, esso riprodurrebbe gli errori del passato e alimenterebbe altra disperazione.

Per questo Lazzarini propone la creazione di una forza internazionale di stabilizzazione, con un mandato chiaro di protezione dei civili, tutela delle infrastrutture essenziali e garanzia dell’accesso umanitario. Solo in queste condizioni sarà possibile ricostruire le istituzioni palestinesi e passare dall’emergenza alla ripresa. L’esperienza dell’Iraq, dove lo smantellamento dell’amministrazione civile provocò un lungo caos, dimostra — sostiene — che la governance locale non va distrutta ma rafforzata. Tecnici, dirigenti e comunità di Gaza devono essere parte attiva della ricostruzione.

Lazzarini ricorda inoltre il ruolo cruciale dell’UNRWA, che con migliaia di operatori palestinesi garantisce istruzione, sanità e servizi essenziali a milioni di rifugiati. La Corte internazionale di Giustizia ha recentemente riconosciuto la professionalità e la neutralità dell’Agenzia, fondamentale anche per prevenire il radicalismo in una popolazione dove 700.000 bambini vivono tra le macerie, privati della scuola e della speranza.

Ricostruire Gaza, conclude Lazzarini, significa restituire alla popolazione una vita normale e credere ancora nella pace e nella soluzione a due Stati. Ma questa pace richiede anche un serio processo di riconciliazione: israeliani e palestinesi devono riconoscersi di nuovo come esseri umani, superando decenni di oppressione, isolamento e traumi reciproci

 

Immagine: Gaza, primavera 2025. Di Jaber Jehad Badwan - Jaber Jehad Badwan, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=160402196