La Commissione Europea ha presentato una bozza di regolamento per i rimpatri che introduce la possibilità di trasferire i migranti in centri situati in paesi terzi, denominati "hub di ritorno". Questa misura, che si discosta dall’accordo tra Italia e Albania, - scrive Vitalba Azzolini sul Domani - riguarda persone la cui richiesta di asilo è stata respinta e per le quali ogni ricorso è stato esaurito. A differenza dei centri albanesi, sottoposti alla giurisdizione italiana, gli hub di ritorno sarebbero regolati dal diritto del paese ospitante, senza garanzie precise sul rispetto dei diritti fondamentali.
La motivazione principale del regolamento è migliorare l’efficienza dei rimpatri, attualmente ostacolati dalla frammentazione dei sistemi nazionali e dalla difficoltà di concludere accordi di riammissione con i paesi di origine. Tuttavia, la soluzione proposta dall’UE rischia di trasformarsi in un meccanismo di detenzione indefinita, in cui i migranti vengono trattenuti senza una chiara prospettiva di rimpatrio, ma con il solo scopo di tenerli lontani dall’Europa.
Un aspetto critico del regolamento è la mancanza di trasparenza: il testo prevede che gli accordi bilaterali con i paesi terzi definiscano le condizioni di soggiorno negli hub, senza stabilire parametri chiari né strumenti di monitoraggio indipendenti. Questo solleva seri dubbi giuridici, poiché la normativa comunitaria non fornisce garanzie sufficienti per verificare il rispetto del principio di non respingimento e degli standard sui diritti umani. Inoltre, non è richiesto che i paesi ospitanti abbiano sottoscritto convenzioni internazionali sui diritti dei migranti.
L’assenza di controlli effettivi aumenta il rischio di violazioni dei diritti fondamentali. Episodi recenti, come l’abbandono di migranti nel deserto tunisino dopo gli accordi tra l’UE e il governo di Kais Saied, dimostrano che senza un monitoraggio adeguato, i migranti rischiano di subire trattamenti disumani.
In definitiva, questa proposta di regolamento segna una svolta pericolosa per l’UE, che tradisce i propri principi fondativi. La Carta dei diritti fondamentali dell’Unione garantisce a ogni individuo libertà e sicurezza, ma con questa iniziativa l’UE sembra aver dimenticato i suoi stessi valori.
Foto: Sbarco di migranti al porto di Trapani su una vedetta SAR (ricerca e soccorso in mare) della Guardia costiera nell'ottobre 2014 Wikimedia Commons