Antimaka s.f.: nome immaginario composto da anti (contro) e mache (battaglia). Evoca una figura mitologica che ripudia la guerra, lottando per la pace e la giustizia.

propaganda

Le contraddizioni di Trump: una strategia di copertura mediatica

Dall’inizio del suo secondo mandato - scrivono Christina Goldbaum & Reham Mourshed sul New York Times - , Donald Trump ha intensificato l’uso di una strategia comunicativa basata su continue contraddizioni, generando confusione e consentendo al pubblico di scegliere quale versione dei fatti credere. Questa tattica, già evidente nel suo primo mandato, si manifesta su temi interni e di politica estera, creando incertezza e minando la coerenza del dibattito pubblico. Secondo gli esperti, tale ambiguità non è casuale ma rappresenta un metodo per ottenere copertura politica e consolidare il proprio potere decisionale.

Trump e la comunicazione del caos: come resistere alla sua strategia mediatica

Donald Trump domina il discorso pubblico con una comunicazione caotica e provocatoria, volta a destabilizzare l'opinione pubblica e normalizzare l’angoscia. Il professor Mario Morcellini analizza il fenomeno, evidenziando come il presidente Usa sfrutti le debolezze della comunicazione per manipolare la percezione collettiva. La soluzione? Evitare di cadere nella sua “bolla” comunicativa e preservare una riflessione articolata, lontana dal rumore mediatico.

Le critiche alla Corte Penale Internazionale tra ignoranza e propaganda

Giuliano Ferrara ha recentemente pubblicato un articolo durissimo sul mandato d’arresto per Netanyahu e Gallant emesso dalla Corte Penale Internazionale. Il testo presenta una visione ideologica e politicizzata del conflitto israelo-palestinese e ignora le problematiche strutturali del modello di “democrazia etnica” vigente in Israele. Soprattutto, la distorsione del ruolo della Corte rivela l'ignoranza dei termini giuridici del problema e un intento decisamente propagandistico.

Guerra e media: informazione o propaganda?

Uno studio delle strategie linguistiche adottate da Reuters e TASS durante la guerra Russia-Ucraina rivela la tendenza a rafforzare narrazioni geopoliticamente orientate. L’assenza di verifiche indipendenti in entrambi i casi rafforza l’impressione di un’informazione strumentale. Il linguaggio influenza il modo in cui il conflitto è percepito ma guida anche le risposte politiche e diplomatiche a livello internazionale.