Antimaka s.f.: nome immaginario composto da anti (contro) e mache (battaglia). Evoca una figura mitologica che ripudia la guerra, lottando per la pace e la giustizia.

Trump e la rinuncia alla dottrina dell'esportazione della democrazia con le armi

Dietro il 'pacifismo' di Trump c'è il rifiuto del suo elettorato per i costi dell' 'imperialismo democratico'. Pur amando la bandiera, gli americani sono diventati sempre più diffidenti verso le guerre — in particolare per gli ingenti investimenti militari necessari a sostenere il ruolo imperiale degli USA e le azioni unilaterali per "promuovere la democrazia all'estero".

Fabrizio Tonello, nel suo commento su Il Manifesto del 12 novembre, cita alcuni sondaggi rilevanti per analizzare le scelte degli elettori indecisi nelle elezioni americane. Un'indagine del Carnegie Endowment for International Peace, condotta un mese fa, evidenziava che oltre la metà degli indecisi non aveva fiducia nella capacità dei candidati di gestire le questioni internazionali. Nonostante ciò, una parte significativa di questi elettori preferiva Trump su tematiche come la Cina, la guerra tra Israele e Hamas, e il conflitto tra Russia e Ucraina. 

Tonello sottolinea che questa scelta non è stata solo frutto della propaganda repubblicana. Infatti, già nel 2021, il Pew Research Center aveva rilevato che due terzi degli americani non consideravano più prioritario mantenere la superiorità militare degli Stati Uniti, e solo il 13% sosteneva azioni unilaterali per "promuovere la democrazia all'estero"

Un sondaggio del Chicago Council aveva inoltre rivelato che solo il 47% degli indecisi era favorevole a un ruolo attivo degli USA nel mondo, mentre solo il 17% degli intervistati credeva che gli Stati Uniti dovessero avere una responsabilità di leadership globale

Questi dati, secondo Tonello, mostrano la crescente sfiducia verso l'interventismo militare americano. E dunque, la vera ragione della sconfitta di Kamala Harris non risiede nel fatto che gli americani non siano pronti ad avere una presidente donna, ma piuttosto nel fatto che, pur amando la bandiera, sono diventati sempre più diffidenti verso le guerre

Gli americani non approvano l’invio di soldati a combattere all’estero con costi altissimi, mentre in patria il governo federale non investe adeguatamente in misure di sostegno alo sviluppo interno. Nonostante Joe Biden non abbia inviato truppe in Ucraina o Israele, gli elettori hanno percepito un malcontento crescente a causa degli ingenti investimenti in armamenti, visti come risorse sottratte ai bisogni sociali ed economici

Questo malcontento si inserisce in un contesto globale di crescente sfiducia verso l'interventismo militare, con una preferenza per una politica estera meno aggressiva e meno costosa, che rinunci alla priorità data alla superiorità militare e al coinvolgimento attivo degli Stati Uniti nel mondo.