Antimaka s.f.: nome immaginario composto da anti (contro) e mache (battaglia). Evoca una figura mitologica che ripudia la guerra, lottando per la pace e la giustizia.

Centralizzazione e automazione: verso un esecutivo senza controllo

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Il progetto di Elon Musk per ristrutturare il governo federale degli Stati Uniti, in stretta collaborazione con l'amministrazione Trump, mira a ridurre drasticamente il potere della burocrazia, concentrando sempre più il controllo nelle mani dell'esecutivo. Attraverso il "Department of Government Efficiency" (DoGE), Musk e Trump intendono ridurre il personale pubblico, automatizzare i processi e ridimensionare le agenzie governative, minando la separazione dei poteri e indebolendo il Congresso e la magistratura. Questo piano solleva gravi preoccupazioni riguardo alla centralizzazione del potere, ponendo le basi per un governo meno democratico e potenzialmente autoritario.

Con un articolo di Jeff Stein, Elizabeth Dwoskin, Hannah Natanson e Jonathan O’Connell, il Washington Post analizza il progetto di Elon Musk per ridurre e semplificare la burocrazia pubblica. Le prime mosse stanno avendo un impatto profondo su Washington. Messo in atto dal DOGE – il Dipartimento per l’Efficienza Governativa guidato da Musk sotto l'egida della presidenza – il piano mira non solo a ridurre la dimensione del governo, ma a concentrarne sempre più il potere nelle mani dell’esecutivo, superando i tradizionali freni e contrappesi che da sempre hanno caratterizzato il sistema costituzionale degli Stati Uniti. Il progetto di Musk non si limita a razionalizzare le agenzie governative o a ridurre i costi: il suo obiettivo sembra essere più ambizioso, mirando a modificare l’intero assetto istituzionale del paese in una direzione più centralizzata e meno trasparente, potenzialmente antidemocratica.

Il piano è stato implementato con una velocità sorprendente. In meno di tre settimane, il DOGE ha preso piede in numerosi dipartimenti governativi, nominando uomini di fiducia di Musk e Trump, acquisendo dati interni – compresi quelli più sensibili e classificati – e cercando di ridurre il personale pubblico in maniera drastica. Il principio che guida questo processo è chiaro: per Musk, la burocrazia è un ostacolo che deve essere abbattuto, e la chiave per farlo è l’automazione. La gestione statale deve diventare più snella, orientata al profitto e più conforme agli obiettivi politici dell’amministrazione Trump. Tuttavia, dietro a questo intervento c’è qualcosa di più profondo: un tentativo di indebolire il ruolo delle altre branche del governo – in particolare quello legislativo e giudiziario – per rafforzare il potere esecutivo e, di fatto, accrescere l’influenza personale di Musk e di Trump.

In questo contesto, il DoGE non si limita a “tagliare il grasso” del governo, come dicono i suoi sostenitori, ma mira a riscrivere le regole su come funziona lo Stato federale, rimuovendo o riducendo le agenzie che non si allineano agli interessi dell’amministrazione. I piani sono estremamente ambiziosi: si parla di un taglio di almeno il 10% della forza lavoro federale, con l’adozione di un approccio aggressivo per ottenere dimissioni volontarie da parte dei dipendenti, che sono poi seguite da licenziamenti forzati, soprattutto nei confronti di coloro che sono considerati inefficaci o non in linea con la visione di Trump e Musk. Il tutto avviene con il supporto della tecnologia, che non è vista solo come uno strumento di efficienza, ma come un modo per sostituire il lavoro umano con macchine, inclusi strumenti di intelligenza artificiale e automazione.

Un elemento centrale della strategia è l'uso dell'intelligenza artificiale per esaminare e analizzare enormi quantità di dati governativi, identificando quali programmi e funzioni possono essere cancellati o sostituiti con soluzioni tecnologiche. In alcuni casi, come al General Services Administration (GSA), sono stati espressi piani per ridurre la forza lavoro fino al 50% e automatizzare gran parte delle mansioni, con l’obiettivo di ridurre il numero di dipendenti pubblici. 

Anche l’uso di proprietà federali è oggetto di razionalizzazione: si prevede di liquidare una porzione significativa degli immobili non militari del governo, con conseguente chiusura di uffici e limitazione del lavoro da remoto, un altro passo per rendere il lavoro pubblico più dipendente dalla presenza fisica e spingere i dipendenti a dimettersi. Questo processo di "degradazione" degli ambienti di lavoro ha lo scopo di abbattere il morale e stimolare un esodo di massa.
Ma l’aspetto più preoccupante di questa ristrutturazione è il suo impatto sulla separazione dei poteri, uno dei pilastri del sistema costituzionale degli Stati Uniti. 

Il piano di Musk e Trump mina profondamente il ruolo del Congresso e della giustizia, poiché delega al potere esecutivo la capacità di modificare radicalmente la struttura statale senza il consenso del legislatore. Il DoGE sta cercando di riscrivere le priorità fiscali senza passare per il Congresso, con piani di taglio che arrivano anche al 60% per alcuni dipartimenti, senza una vera discussione parlamentare. Questo scenario solleva dubbi sul rispetto delle prerogative legislative, con un’amministrazione che sta cercando di prendere decisioni unilaterali, accrescendo il potere dell’esecutivo a discapito delle altre due branche del governo.

Il potenziale per l’espansione dei poteri esecutivi è vasto. In questo contesto, le azioni di Trump e Musk potrebbero essere viste come un tentativo di creare un governo che risponda esclusivamente al volere dell’esecutivo, in una forma quasi autoritaria. L’idea di ridurre la spesa pubblica, cancellare programmi e centralizzare il controllo nelle mani di pochi individui ha inevitabilmente sollevato critiche, in particolare da parte di esperti legali e politici. Alcuni sostengono che stiamo assistendo a una concentrazione di potere che potrebbe portare a un governo presidenziale più forte e meno controllato, mettendo in discussione l’equilibrio tra i poteri previsto dalla Costituzione americana.

Tuttavia, le azioni di Musk e Trump trovano difensori tra coloro che sostengono che questo approccio "zero-based budgeting", che prevede di annullare tutte le spese per poi ricostruire il governo da zero, sia giustificato dalle difficoltà fiscali e dalla necessità di ridurre il peso della burocrazia. Questo approccio, che ha radici nel mondo aziendale di Musk, è visto da alcuni come una risposta necessaria a un sistema governativo che considerano inefficiente e troppo ingessato.

Nonostante le resistenze politiche e legali, l'aggressività con cui Musk sta spingendo questa agenda, e la sua inclinazione a sfidare le normative, suggeriscono che il suo obiettivo non sia solo quello di ristrutturare, ma di rimuovere i freni democratici che tradizionalmente hanno limitato l'esercizio del potere esecutivo. Le difficoltà che sta affrontando la sua squadra, come le azioni legali e le critiche delle organizzazioni sindacali, sembrano non fare altro che confermare la determinazione di Musk nel portare avanti la sua visione.
 

Il progetto di Musk e Trump non è semplicemente un tentativo di riorganizzare la macchina statale. È una vera e propria revisione del funzionamento del governo, con l’intento di spostare il potere verso l’esecutivo, riducendo il ruolo del Congresso e delle corti. Se dovesse andare in porto, questo piano potrebbe segnare un passo significativo verso un governo meno democratico e più autoritario, dove le decisioni politiche vengono prese da pochi uomini al vertice, senza il necessario controllo e bilanciamento delle altre istituzioni democratiche.