Antimaka s.f.: nome immaginario composto da anti (contro) e mache (battaglia). Evoca una figura mitologica che ripudia la guerra, lottando per la pace e la giustizia.

Perchè Trump punta sull’economia di guerra, non sulla pace

Pistola annodata
Secondo l'economista Stephen Miran, scelto da Trump per guidare il Council of Economic Advisers, la domanda generata dal complesso militare-industriale sarà il pilastro della reindustrializzazione americana. Il modello di economia bellica “made in Trump” consentirà di indirizzare gli investimenti verso settori strategici per il mantenimento della supremazia tecnologica e geopolitica americana.

Stephen Miran, l’economista designato da Donald Trump per presiedere il Council of Economic Advisers, è cofondatore di Amberwave Partners, una società di gestione patrimoniale che ha l'obiettivo di investire in settori strategici che non generino solo rendimenti finanziari, ma siano anche allineati agli interessi nazionali e alle priorità economiche degli USA. Miran è anche un analista di politiche pubbliche e collabora regolarmente con il Manhattan Institute, un think tank conservatore. Da sempre la sua prospettiva riflette una visione orientata al mercato e un approccio critico verso le politiche basate sui sussidi statali, privilegiando invece riforme strutturali e strategie a lungo termine, come quelle legate alla domanda generata dal settore militare-industriale.

Nel suo report "Brittle Versus Robust Reindustrialization”, pubblicato dal Manhattan Institute il 22 febbraio 2024, Miran proponeva di abbandonare il modello della “Bidenomics”, basato su incentivi selettivi indirizzati a specifici settori come i veicoli elettrici e l’energia rinnovabile, spesso accompagnati da regolamentazioni ambientali e sussidi ai lavoratori che aumentano i costi di produzione. Queste politiche, sebbene possano stimolare la crescita nel breve termine, sono vulnerabili a una possibile contrazione economica una volta esauriti i sussidi. Un approccio fondato sulla domanda guidata dalla difesa sarebbe invece in grado di generare una base industriale più robusta e orientata al lungo termine.

Le politiche industriali che più si distinguono per la loro capacità di creare una domanda stabile e prevedibile sono infatti quelle legate alla difesa, poiché le esigenze di sicurezza nazionale si basano su criteri meno volatili rispetto a quelli del mercato commerciale. Questo modello di “economia bellica” consentirebbe di indirizzare gli investimenti verso settori strategici come semiconduttori, materiali avanzati, tecnologie aerospaziali e sistemi energetici innovativi, tutti ambiti critici per il mantenimento della supremazia tecnologica americana. Miran evidenzia che tali investimenti presentano il doppio vantaggio di rafforzare la sicurezza nazionale e di creare un ecosistema industriale capace di sostenere la competitività economica globale degli Stati Uniti. Sono inoltre essenziali se l’America vuole mantenere l’iniziale vantaggio competitivo nel campo dell’Intelligenza Artificiale, un chiaro imperativo per la sicurezza nazionale.

Storicamente, d’altra parte, le politiche industriali orientate alla difesa hanno prodotto risultati tangibili. Durante la Guerra Fredda, sottolinea l’economista, il settore della difesa è stato un potente motore per l'innovazione tecnologica, con ricadute economiche positive in termini di ricerca e sviluppo, occupazione e progresso scientifico. Tecnologie come internet e GPS, inizialmente sviluppate per scopi militari, hanno successivamente trasformato interi settori dell'economia civile. Questo effetto moltiplicatore, secondo Miran, rappresenta un punto di forza che le attuali politiche basate sui sussidi diretti non possono replicare.

Il momento di Stephen Miran — che aveva già servito la precedente Amministrazione Trump come Senior Advisor for Economic Policy pressonil Dipartimento del Tesoro — sembra finalmente arrivato. Se Trump seguirà i suoi consigli, gli USA inaugureranno un nuovo ciclo di reindustrializzazione basato sul complesso militare-industriale e protetto da oscillazioni cicliche o cambiamenti di priorità politica. Lo scopo sarà di rafforzare l'autonomia tecnologica, la supremazia economica e la sicurezza geopolitica degli Stati Uniti.

Tutto il contrario di quanto sostenuto dal tedioso adagio mediatico che vorrebbe Trump orientato alla “pace”.  A meno che non si voglia seguire il ben più antico ed egualmente tedioso adagio “si vis pacem, para bellum”. Si accettano, purtroppo, scommesse.
 

Immagine: La Pistola annodata ("Knotted Gun") di Carl Fredrik Reuterswärd (1980). Donata dal governo svedese alle Nazioni Unite, è esposta davanti alla sede dell’ONU a New York.