Antimaka s.f.: nome immaginario composto da anti (contro) e mache (battaglia). Evoca una figura mitologica che ripudia la guerra, lottando per la pace e la giustizia.

L'inarrestabile ascesa dela "monarchia repubblicana" di Trump (e Musk)

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Donald Trump, con il sostegno di Elon Musk, sta ridefinendo il ruolo globale degli Stati Uniti con una valanga di decreti esecutivi che minano le istituzioni federali e rafforzano il controllo politico. Privatizzazioni, protezionismo e misure repressive segnano il nuovo corso all’interno del Paese. In politica estera, Trump e Musk minacciano la sovranità di vari Paesi e propongono di trasformare Gaza in una riviera senza palestinesi. Intanto la Cina osserva con distacco giudicandoli “alla stregua di barbari”. Mentre l’architettura costituzionale americana vacilla il Paese si avvia verso la deriva di una monarchia repubblicana basata sul consenso della “plebe” e guidata dal potere economico e tecnologico.

Tornato alla Casa Bianca con il sostegno di Elon Musk, Donald Trump sta ridefinendo il ruolo degli Stati Uniti nel mondo. Secondo The Guardian, più che seguire il "Progetto 25" dell’estrema destra, Trump sfrutta la libertà d’azione già goduta dai suoi predecessori, ma con un approccio più radicale: mentre Clinton, Bush e Biden mantenevano un’ipocrisia istituzionale, lui sovverte apertamente l’ordine costituzionale con una valanga di decreti esecutivi. E’ questa la tesi di fondo di Rita di Leo nella sua analisi pubblicata da il manifesto l’8 febbraio 2025 intitolata “Donald Trump, il monarca repubblicano”.

Le prime azioni di Trump, argomenta l’autrice, puntano a vendicarsi di figure chiave della burocrazia federale e a smantellare istituzioni indipendenti. Tra le misure più drastiche figurano la privatizzazione dei fondi del Dipartimento del Tesoro, il ridimensionamento della Social Security e la chiusura dell’USAID, inclusi i suoi centri di assistenza nei Paesi privi di struttura sanitaria.

Trump si appella a leggi come l’Alien Enemy Act del 1798, adottato per spaventare messicani e venezuelani e poi usato durante la Seconda guerra mondiale per deportare immigrati giapponesi e italiani considerati pericolosi. In politica estera, oltre a minacciare la sovranità di Messico, Canada, Panama e persino Groenlandia, ha suggerito di trasformare Gaza in una riviera turistica senza palestinesi e promesso di risolvere il conflitto in Ucraina. Tra le sue ultime provocazioni figura l’intenzione di abolire le Nazioni Unite.

L’unico fronte incerto resta la Cina, che Trump continua a trattare da nemico strategico. Ma Pechino, ormai colosso economico e tecnologico, guarda con disprezzo al declino europeo, tratta la Russia da partner subordinato e osserva con distacco le mosse caotiche di Trump e Musk, giudicati “alla stregua di barbari”.

Nonostante la potenza militare degli Stati Uniti, Trump eredita un Paese che ha perso tutte le guerre combattute dal 1945, mentre le armi restano un simbolo culturale, senza che il presidente adotti misure di controllo: i suoi elettori non lo comprenderebbero. Con Trump 2.0, alla Casa Bianca convivono infatti la “plebe” che lo ha eletto e le strategie di dominio politico-economico dei padroni delle tecnologie informatiche, dell’intelligenza artificiale e dello spazio.

In questo quadro, conclude Rita di Leo, la più grande minaccia dell’amministrazione Trump è l’erosione dell’architettura costituzionale americana. Gli Stati Uniti stanno scivolando verso una “monarchia repubblicana” fondata sul protezionismo economico e sul dominio privato delle big tech.
 

Immagine: foto AFP 2019.