La decisione della Germania di aumentare significativamente le spese militari ha un significato politico e storico cruciale. secondo l'analisi di Donatella Di Cesare sul Fatto Quotidiano. La storica descrive questo momento come una "sospensione della democrazia" in Europa, un evento che potrebbe essere ricordato come un "imponente stato d'eccezione".
Secondo Di Cesare, la decisione della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, di rilanciare il riarmo segna la "fine delle illusioni" per chi credeva che l’Europa fosse un progetto politico basato sulla pace e sulla cooperazione. L’autrice critica la retorica utilizzata per giustificare questa svolta, sostenendo che l'idea di una difesa comune dell'Europa sia un pretesto per una nuova militarizzazione. Il risultato, secondo lei, sarà la "disgregazione politica del vecchio continente", con effetti economici devastanti soprattutto per gli Stati più deboli, come Italia, Grecia, Croazia e Iran.
Un punto centrale dell'analisi è l’idea che il riarmo non sia una decisione tecnica, ma una svolta epocale per la Germania. L’uso del termine Zeitenwende (svolta dei tempi), coniato dal cancelliere Olaf Scholz nel discorso al Bundestag del febbraio 2022, è considerato dalla Di Cesare come un’indicazione chiara che la Germania intende tornare a essere una potenza militare autonoma. "Il ‘tempo di un nuovo inizio’" sarebbe quindi la fine della Germania postbellica, che aveva sempre evitato di assumere un ruolo aggressivo negli equilibri europei.
L’autrice si sofferma sulle implicazioni politiche di questa decisione, sottolineando che il nuovo Bundestag "di fatto privo di legittimità", con una maggioranza costruita artificialmente, sta portando avanti una accelerazione del processo di riarmo senza un vero dibattito democratico. La "religione del vincolo di bilancio" che per decenni ha limitato la spesa pubblica viene ora sospesa per consentire un riarmo massiccio, con investimenti di oltre 500 miliardi nei prossimi dieci anni. Questo segna una rottura rispetto al passato e un ritorno della Germania come "signora, padrona di sé, sovrana".
Di Cesare evidenzia il rischio che questa svolta venga accolta con entusiasmo da alcuni, come avvenne in passato con il sostegno degli USA alla riabilitazione della Germania postbellica. Tuttavia, oggi questo cambio di paradigma potrebbe avere conseguenze imprevedibili, portando l’Europa verso una nuova era di competizione geopolitica invece che di unità. L’autrice mette in guardia sulla possibilità che questa evoluzione possa riaprire ferite del passato e minare le basi della coesione europea.
Conclude con una nota pessimistica, sottolineando come in alcuni ambienti accademici e universitari si sia già diffusa un’accettazione passiva di questa nuova militarizzazione, "come se fosse naturale", mentre in realtà ci si dovrebbe aspettare una reazione di resistenza.
Foto: Il Ratto di Europa (Tiziano, dipinto tra il 1560 e il 1562, Public domain, via Wikimedia Commons)