Antimaka s.f.: nome immaginario composto da anti (contro) e mache (battaglia). Evoca una figura mitologica che ripudia la guerra, lottando per la pace e la giustizia.

militarizzazione

Il riarmo tedesco e la fine dell’Europa pacifica

La decisione della Germania di aumentare massicciamente le spese militari - sostiene Donatella Di Cesare sul Il Fatto Quotidiano - é una svolta epocale e pericolosa per l’Europa. L’autrice critica la narrazione di Ursula von der Leyen sul riarmo come difesa della democrazia, sostenendo che questa scelta segnerà la "disgregazione politica" del continente e un ritorno della Germania come potenza militare autonoma. Con il concetto di Zeitenwende ("svolta dei tempi"), Berlino abbandona la prudenza postbellica per riaffermarsi come leader strategico. Di Cesare avverte che questo processo, accelerato senza dibattito democratico, potrebbe avere conseguenze imprevedibili, riaprendo fratture storiche. Conclude sottolineando il rischio di un’accettazione passiva della militarizzazione europea, "perfino nelle università, lì dove ci si attenderebbe una resistenza".

L'Europa tra guerra, difesa comune e crisi sociale: un bivio storico

L’Europa - scrive Massimo Cacciari su La Stampa - si trova ad affrontare il ritorno della guerra sul suo territorio, con il conflitto in Ucraina che rischia di degenerare in una guerra totale. La difesa comune, mai realizzata, diventa ora una necessità, ma senza una vera unione politica rischia di essere inefficace. L’aumento della spesa militare mina il welfare e i diritti sociali, mentre la guerra rafforza politiche autoritarie. Senza un'iniziativa diplomatica per la pace, il futuro dell’Europa appare segnato da instabilità e declino economico.

Le logiche belliche oltre la guerra: la militarizzazione delle politiche migratorie

Le politiche migratorie europee riflettono una crescente militarizzazione che tratta i migranti come minacce da neutralizzare. L’ultimo caso di questa "guerra invisibile" , denunciato da Medici Senza Frontiere, riguarda la separazione forzata di 29 donne e bambini, sequestrati dalla Guardia Costiera libica durante un salvataggio della Geo Barents. I "prigionieri" sono stati deportati in centri di detenzione libici noti per praticare sistematiche violazioni dei diritti umani.