Antimaka s.f.: nome immaginario composto da anti (contro) e mache (battaglia). Evoca una figura mitologica che ripudia la guerra, lottando per la pace e la giustizia.

Una strategia poco astuta

L'approccio dell'amministrazione Trump nel riavvicinarsi alla Russia per distanziarla dalla Cina, ispirato alla strategia del "triangolo strategico" di Nixon, potrebbe risultare controproducente. Questo perché rischia di compromettere la coesione occidentale e spingere l'Europa verso nuove alleanze, forse con Pechino. Nel frattempo, la Cina adotta una postura moderata, presentandosi come potenza affidabile e pronta a colmare eventuali vuoti lasciati dall'isolamento americano.

Su Avvenire, editoriale di Riccardo Redaelli.
L'amministrazione Trump ha adottato una politica estera caratterizzata da un attivismo dirompente e aggressivo, che alcuni analisti hanno paragonato alla teoria del "triangolo strategico" del presidente Nixon negli anni Settanta. 

Nixon cercò di sfruttare le tensioni tra Unione Sovietica e Cina per avvantaggiare gli interessi occidentali, evitando un'alleanza tra le due potenze comuniste. Al contrario, la strategia di Trump sembra mirare a riavvicinarsi alla Russia per allontanarla dalla Cina, ma questa lettura appare semplicistica e rischia di banalizzare una realtà più complessa.

Durante la Guerra Fredda, Nixon utilizzò abilmente le divergenze tra Mosca e Pechino per rafforzare la posizione degli Stati Uniti. Oggi, invece, Washington ha adottato una politica di opposizione sia verso la Cina che verso la Russia di Putin, intensificatasi dopo l'invasione russa dell'Ucraina nel 2022. 

Questa postura ha contribuito a consolidare un'alleanza strategica tra le due potenze eurasiatiche, orientata contro l'Occidente. In questo contesto, alcuni sostengono che Trump faccia bene a tendere la mano a Mosca per distanziarla da Pechino. Tuttavia, questa interpretazione rischia di semplificare eccessivamente una strategia più articolata.

La teoria del "triangolo strategico" di Nixon si basava sulla capacità di enfatizzare le differenze di interesse tra le potenze avversarie, sfruttando le loro rivalità a vantaggio degli Stati Uniti. Al contrario, l'approccio di Trump sembra offrire concessioni significative a Putin, in una logica spartitoria che potrebbe compromettere la posizione morale e strategica di Washington, equiparandola a quella di Mosca. Questo atteggiamento potrebbe portare a un ritorno a sfere di influenza e a una "predazione" dei paesi più deboli, piuttosto che a una pace stabile e condivisa.

Un elemento cruciale per il successo della strategia del triangolo è la coesione dell'Occidente. Durante la Guerra Fredda, l'Occidente rappresentava un blocco compatto, mentre oggi l'amministrazione Trump mostra disprezzo verso il Vecchio Continente e fastidio nei confronti dell'Unione Europea, creando un pericoloso divario tra le due sponde dell'Atlantico. Questa frattura potrebbe indebolire l'alleanza occidentale e spingere l'Europa a cercare nuove partnership, forse proprio con Pechino. La Cina, dal canto suo, sta reagendo all'attivismo statunitense con moderazione e cautela, cercando di accreditarsi come potenza affidabile e garante degli equilibri internazionali.

La politica estera di Trump sembra ridurre le relazioni internazionali a un mero "naked transactionalism", un approccio commerciale brutale che privilegia il tatticismo estemporaneo. Questo modus operandi viola i principi fondamentali della strategia del triangolo, che richiede una visione a lungo termine e una diplomazia sottile. Inoltre, minare la credibilità degli Stati Uniti, mostrando che trattati e accordi possono essere facilmente disattesi, non è una strategia astuta. Questo comportamento potrebbe spingere gli alleati storici a dubitare dell'affidabilità di Washington e a cercare alternative strategiche.

In questo contesto, l'Europa si trova in una posizione delicata. Nonostante le divisioni interne e le sfide politiche, gli Stati europei e le loro popolazioni sembrano riluttanti a rinunciare a quanto costruito dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Tuttavia, l'umiliazione e l'allontanamento da parte degli Stati Uniti potrebbero portare l'Europa a guardare altrove, forse verso la Cina, che si presenta come un partner più stabile e prevedibile. Questa dinamica potrebbe trasformare il triangolo strategico in un quadrangolo, complicando ulteriormente gli equilibri internazionali.

In conclusione, la strategia di Trump di avvicinamento alla Russia per isolare la Cina appare miope e rischia di destabilizzare ulteriormente l'ordine internazionale. Un approccio che ignora la necessità di alleanze stabili e della coesione occidentale potrebbe portare a conseguenze indesiderate, rafforzando l'asse tra Mosca e Pechino e alienando gli alleati tradizionali degli Stati Uniti. È essenziale che la politica estera americana consideri le lezioni del passato e adotti una strategia più equilibrata e lungimirante per affrontare le sfide globali attuali.